BARI – Ci sono, da oggi, sei mesi di tempo per non chiudere e perdere la concessione ottenuta almeno cinque anni fa. E’ quanto deciso dal Consiglio regionale in materia di sale slot legali, prorogando il termine del 21 dicembre – imposto dalla legge regionale del 2013 – per la decadenza delle concessioni e per il rinnovo delle stesse solo garantendo una distanza di 500 metri dai luoghi sensibili, come chiese, scuole e ospedali.
Una proroga attesa dagli oltre 1000 lavoratori del comparto che all’esterno dell’aula attendevano di capire se l’intero settore sarebbe rimasto a breve in ginocchio e se 4000 persone, 1000 circa solo a Lecce, sarebbero rimaste entro Natale, senza lavoro. Il braccio di ferro è sul distanziometro, inserito nel 2013 per tutelare chi rischia di finire nelle maglie della ludopatia, la dipendenza da gioco. Ma che oggi è considerato una tagliola dagli addetti ai lavori. La legge proposta da Ernesto Abaterusso – mirata a prorogare i termini sino a che non sia chiaro l’indirizzo del governo centrale – licenziata all’unanimità dalla Commissione competente, è stata però bloccata a sorpresa a pochi minuti dall’inizio dei lavori. Lo stop è stato imposta dal governatore Emiliano che in aula non s’è mai visto ma che nei corridoi è stato netto: prorogare fino a quando il governo centrale non legiferi in materia è troppo. Non si concedano più di sei mesi. Di lì un nuovo scossone nella maggioranza, spaccata al punto tale da rischiare di far saltare una ennesima seduta di Consiglio. Nella riunione a porte chiuse sono volati gli stracci: il presidente Mario Loizzo avrebbe persino minacciato le dimissioni. “Me ne vado” ha detto in separata sede. “Non sono più disposto ad accettare questo modo di agire nei confronti del Consiglio” ha detto, poi, ai microfoni in Aula, mentre le opposizioni sparavano colpi verso i banchi del centrosinistra.
Alla fine ai voti va prima un emendamento voluto dall’ex assessore Santorsola, fondato sulla decisione del governatore di fissare la proroga a sei mesi. Ma mentre otto consiglieri di maggioranza non ci stanno e votano contro, a sorpresa ad impedire che il banco salti, ci pensa il Movimento 5 Stelle che con un perfetto assist, vota a favore consentendo al centrosinistra di emendare la legge.
L’atto finale cambia di nuovo gli equilibri: la legge, emendata, incassa il sì di maggioranza e di pezzi di centrodestra. Forza Italia ha scelto di non partecipare al voto, i Cinque stelle, invece, questa volta di votar contro. Ma ormai i numeri sono sufficienti per portare a casa il risultato che fuori, mille persone stavano attendendo.
