PARABITA – Nella immediata vigilia dell’udienza del Consiglio di Stato del 27 settembre, l’Avvocatura Generale dello Stato ha depositato davanti al Giudice Amministrativo il Decreto del Presidente della Repubblica che ha disposto la proroga della gestione commissariale del Comune di Parabita per altri sei mesi.
Per l’Avv. Pietro Quinto, che rappresenta l’amministrazione Cacciapaglia, quella del consiglio sciolto per mafia, si tratta di “Un tentativo (maldestro) di influenzare e/o condizionare la decisione del Giudice d’Appello che domani dovrà decidere se confermare o meno la sentenza del TAR Lazio che ha annullato il decreto di scioglimento.
Non risponde a verità – continua l’Avv. Quinto – come si legge nella relazione del Ministero dell’Interno allegata al decreto di proroga, che la sospensione accordata dal Consiglio di Stato avrebbe “confermato la legittimità del provvedimento di scioglimento”. Si tratta di un macroscopico travisamento della realtà giuridica. Il provvedimento cautelare interinale accordato dal Consiglio di Stato è stato finalizzato a mantenere la situazione integra.
Da questo errore scaturisce l’illegittimità delle plurime iniziative – tra loro contraddittorie – assunte alla vigilia dell’udienza innanzi al Consiglio di Stato.
Si sono, dapprima, indette le elezioni, poi, a distanza di pochi giorni, è stata richiesta la proroga della gestione commissariale.
Si parla di difficoltà per liberare 3 alloggi popolari su 76, che neppure i commissari riescono a sgomberare, e allora il Prefetto dovrebbe proporre lo scioglimento del Consiglio Comunale di Lecce a fronte delle ben più gravi vicende relative agli alloggi popolari del Capoluogo.
La vicenda del Comune di Parabita – conclude l’Avv. Quinto- conferma che si è costretti ad adire il Giudice Amministrativo quando lo Stato – apparato non riesce ad agire con obiettività, imparzialità e rispetto delle Autonomie Locali”.