Attualità

Taranto, il museo fantasma dell’Arsenale. Legambiente non ci sta

TARANTO – È stato ribattezzato il “museo fantasma” perché il progetto c’è (approvato dal Cipe nel dicembre 2017), i fondi per la prima fase dei lavori anche (5 milioni e 700 mila euro), ma della struttura neanche l’ombra.

Per trovarne le prime tracce bisogna tornare all’ormai lontano 5 gennaio 2015 e ad uno dei tanti decreti salva Ilva poi diventato, a marzo dello stesso anno, legge dello stato italiano. All’articolo 8 di quel decreto, al terzo comma si legge “I Ministeri dei beni e delle attivita’ culturali e del turismo e della difesa, previa intesa con la Regione Puglia e il Comune di Taranto, ….predispongono, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, un progetto di valorizzazione culturale e turistica dell’Arsenale militare marittimo di Taranto, ferme restando la prioritaria destinazione ad arsenale del complesso e le prioritarie esigenze operative e logistiche della Marina Militare.” Da allora, di giorni, non ne sono passati sessanta, ma oltre milleduecentosessanta, e della realizzazione di quel progetto, nessuna notizia. La sezione tarantina di Legambiente non ci sta.

Secondo quanto riportato sul sito della Struttura di missione per il coordinamento degli interventi di sviluppo nell’area di Taranto, il progetto complessivo è stato approvato dal Cipe il 22 dicembre 2017 per un importo pari a 35,45 milioni di euro. Tra gli interventi previsti, la realizzazione di un “Entry Point” con annessi servizi di ristorazione e merchandising, il potenziamento della mostra Storico-Artigiana già presente all’interno del sito, l’esposizione dei reperti di archeologia marina forniti dal MIBAC, di un sommergibile della classe Sauro per giunta visitabile e la realizzazione di un percorso guidato panoramico all’interno dell’Arsenale.
Per la “Prima Fase” del Progetto, sono stati assegnati 5,7 milioni di euro al Ministero della Difesa: 4,3 destinati alla progettazione e realizzazione del punto espositivo e di accoglienza e 1,4 per lo sviluppo della progettazione dei rimanenti interventi.

A marzo del 2018 non risultava speso neanche 1 euro, così come oggi” incalza Legambiente, che al Ministro della Difesa chiede che le somme stanziate vengano spese al più presto e venga reperita la copertura finanziaria necessaria per realizzare tutti gli interventi previsti.

Non solo. Rispetto agli impegni per Taranto viene ribadita la richiesta di ampliare, a partire dalla prossima legge di Bilancio,  le risorse messe a disposizione del Contratto Istituzionale di Sviluppo, con particolare riferimento alla bonifica territoriale, a partire da quella del Mar Piccolo, ferma al prologo costituito dalla pulizia dei fondali, e al restauro della Città Vecchia di Taranto.

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