LECCE – (di Tonio De Giorgi) Gregario, velocista e generoso. Si definisce così Marco Calderoni, difensore del Lecce arrivato dal Novara. “Mi riconosco queste qualità perché per qualche anno ho fatto contemporaneamente sia calcio che ciclismo – racconta -, il sabato giocavo al calcio, la domenica saltavo in sella alla mia bici. Facevo gare agonistiche e qualche trofeo l’ho pure vinto. E sono in cantina, a casa dei miei. Comunque riuscivo a conciliare bene le due cose, ero iperattivo, oggi mi rivedo in mio figlio. Dopo decisi di continuare solo con il calcio. Da calciatore Calderoni ha vestito anche le maglie di Bari e Ascoli, avversario sabato. “A Bari fu un’annata particolare – ricorda -, eravamo quart’ultimi e, nonostante il fallimento, riuscimmo a centrare i play off. I miei sei mesi ad Ascoli sono stati positivi, ci salvammo nonostante qualche punto di penalizzazione. Sabato al Del Duca sarà una partita difficile contro una buona squadra, che si è attrezzata come tutte le altre”. Non è un difensore con il vizio del gol, per Calderoni è importante fare segnare i compagni. “Servirli nel modo migliore – aggiunge -. Tuttavia siamo tutti importanti per lo sviluppo della manovra”. Indicazioni e correzioni che Liverani avrà dato nella settimana passata approfittando della sosta. “Essere recuperati, soprattutto a Benevento. Non è una questione fisica, ma mentale e quindi di gestione della partita. Quando prendi gol non è il singolo che sbaglia, ma è un susseguirsi di errori”. Un avvio tutto sommato positivo per una squadra che ha cambiato tanto. “Il merito è di chi c’era – conclude -, ci hanno accolto a braccia aperte, quello che non deve mai mancare è l’entusiasmo. Finora non è mancato e per la prima in casa c’erano tantissimi tifosi, saranno fondamentali sempre, ma soprattutto nei momenti di difficoltà”.
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