SPECCHIA- Aveva pagato un 47enne di Andrano per incendiare l’auto della sua ex moglie, il 24 maggio scorso. Nonostante il carcere prima e i domiciliari poi, non ha mai rinunciato alla sua attività persecutoria nei confronti della donna. Anzi, un’ossessione per lui, che non ha mancato di denigrarla anche a mezzo social.
Per questo è finito dietro le sbarre Giovanni Perdicchia, 44 anni, di Specchia. I carabinieri della locale stazione hanno eseguito nei suoi confronti, nelle scorse ore, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip. L’accusa è di maltrattamenti contro familiari o conviventi. In carcere Perdicchia ci era già finito ad aprile, con la stessa accusa. Ci è ritornato ora a seguito delle indagini dei carabinieri che hanno appurato il fatto che sarebbe sua la paternità dell’incendio doloso della Renault Kadjar della ex moglie. Di questo aveva incaricato, come detto, un uomo di Andrano, che dal 16 giugno scorso è finito anche lui a Borgo San Nicola ma per altro motivo. Gli aveva offerto in cambio una modesta somma di denaro e lo aveva fatto per il tramite di un 31enne di Specchia.
Le indagini hanno incrociato filmati di videosorveglianza, tabulati telefonici dei tre soggetti, informazioni fornite da testimoni. In questo modo sarebbero emersi elementi ritenuti dagli investigatori “incontrovertibili”. In particolare, cruciali si sono rivelate delle videoriprese private acquisite da alcune postazioni situate a Specchia e Tricase: in orari compatibili con l’innesco dell’incendio, riprendevano l’autore a bordo di una Panda bianca presa a noleggio il pomeriggio precedente la notte dell’evento, auto poi riconsegnata dopo due giorni allo stesso autonoleggio. L’analisi dell’altro materiale ha consentito agli investigatori di inchiodare il 47enne andranese come presunto autore materiale del rogo e Perdicchia come mandante. Nel corso della perquisizione domiciliare, poi, il 44enne di Specchia è stato ritrovato in possesso di 7,50 grammi di marijuana ed è stato denunciato anche per questo.