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Tap, Potì: “Dal M5s rassicurazioni, ma mi aspetto più decisionismo”

MELENDUGNO – Il sindaco di Melendugno Marco Potì ci crede ancora: a suo avviso, Tap si può fermare e su questo ha ricevuto “rassicurazioni dal M5s”. All’indomani della dura contestazione fatta a Lecce dai noTap alla ministra per il Sud Barbara Lezzi, il primo cittadino melendugnese lancia l’invito ad “avere sangue freddo”, sebbene “le reazioni siano proporzionate alle delusioni”, dice, aggiungendo: “bisogna aspettare fiduciosi qualche iniziativa parlamentare”.

Racconta di aver avuto uno scambio di messaggi con la senatrice pentastellata Daniela Donno, “che ha rassicurato che i 5stelle sono sul pezzo e stanno seguendo da vicino la questione al di là di ciò che appare. Resto alle parole della Lezzi – rimarca Potì – che dopo essere diventata ministro mi ha chiamato dicendomi che bisogna lavorare sugli impatti ambientali, specie di quelli a mare. Noi lo stiamo facendo”. È in quest’ottica, ad esempio, che si spiega la delibera di giunta  con la quale una decina di giorni fa si è chiesto alla Regione di istituire un’area Sic a San Foca, riconoscendone il valore di Sito di importanza comunitaria.

Alla luce dei nodi ambientali e delle questioni giudiziarie aperte, “non è ancora tutto definito – ha aggiunto Potì – così come non è definita la posizione dei 5 stelle, stando a quanto mi assicurano i deputati che ho sentito e le dichiarazioni del ministro per l’Ambiente Sergio Costa”.

Poi però c’è anche la stoccata: “Capisco la situazione di difficoltà dei 5stelle – chiosa il sindaco – ma a loro chiedo di avere un atteggiamento più deciso e decisionista, come quello di Salvini sulle politiche delle migrazioni o del ministro Centinaio su Xylella. Un atteggiamento meno prudente e istituzionale sarebbe auspicabile da ministri, perché c’è già il Presidente della Repubblica ad averlo, visto che dopo oltre un anno non ha mai risposto ai 97 sindaci che gli hanno scritto, mentre è andato in Azerbaijan a dire che Tap sarà fatto. Ciò è poco rispettoso nei confronti dello Stato, che è costituito anche dalle amministrazioni locali”.

La confusione regna sovrana sul tema. Solo nelle scorse ore, il sottosegretario agli Affari Esteri Manlio Di Stefano, anche lui M5s, ha dato la sua interpretazione delle parole di Mattarella, che in realtà sembrano già abbastanza univoche: quanto detto “è che bisogna ora realmente considerare la richiesta delle comunità locali, del Presidente della Regione e dei Sindaci per capire dove far approdare l’opera. Purtroppo siamo già ad uno stadio avanzato e quindi possiamo soltanto dire che dobbiamo considerare le richieste della comunità locale e capire dove farlo approdare, ma è un’opera che sicuramente approderà. Lì c’è da fare solo una Valutazione d’impatto ambientale, un coivolgimento delle comunità locali, tanto l’opera non è già qui, è dall’altra parte del mare ancora”.

Sugli impatti marini, poi, la risposta data dal Ministero dell’Ambiente all’interrogazione della parlamentare Leu Rossella Muroni “è al limite del falso in atti parlamentari”, dice Potì, spiegando che lo stesso studio di Tap afferma che distruggerà 300mq di habitat di Cymodocea nodosa.

E in serata il sindaco Potì ha chiesto un incontro al ministro Costa con amministrratori, associazioni, legali e tecnici del Salento per la riapertura della V.I.A.

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