LECCE- A due settimane dall’operazione “Labirinto” con cui i carabinieri del ROS -Raggruppamento operativo speciale- e quelli del Comando provinciale di Lecce, hanno sgominato due gruppi ritenuti affiliati alla scu ed eredi del clan Tornese di Monteroni, arrestando 33 persone, ora scatta il sequestro preventivo dei beni per sei milioni di euro. Il “gruppo in grado di sparare ma anche di fare impresa” -così come lo hanno definito gli investigatori- ora perde i pezzi.
Il decreto è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Saulle POLITI, Davide QUINTANA e Fabio RIZZO, dei due sodalizi criminali federati al clan “TORNESE”, rispettivamente capeggiati da RIZZO e POLITI , dediti al traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi, estorsione e danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso.
Nell’ordinanza erano stati messi in evidenza i numerosi elementi indiziari che avevano consentito di ritenere l’organicità degli indagati ai sodalizi, la situazione di non belligeranza e la loro pervasività sui territori di San Cesario, Gallipoli, Monteroni e Lecce.
Le indagini erano nate per dare seguito e riscontro a quanto già emerso da precedenti attività investigative effettuate dal R.O.S. riguardo agli interessi economici del clan PADOVANO – retto da Angelo PADOVANO e Roberto PARLANGELI, fino al momento del loro arresto a seguito dell’operazione “BAIA VERDE” del 2014 – nell’ambito dei quali si era delineata l’ascesa criminale proprio di QUINTANA.
L’indagine “LABIRINTO” aveva poi fatto luce sul ruolo di primo piano svolto da POLITI negli assetti attuali della Sacra Corona Unita e sui rilevanti interessi economici gestiti a margine della sua attività criminale sul territorio salentino, nonché sui numerosi episodi che avevano visto RIZZO come protagonista e partecipe al sodalizio, sia come consigliere che come soggetto attivo nel settore del traffico di stupefacenti.
Gli accertamenti patrimoniali svolti nei confronti degli indagati hanno documentano la disponibilità diretta o indiretta da parte degli stessi di un considerevole patrimonio economico non giustificato dall’entità dei redditi dichiarati e ritenuto alimentato proprio dagli introiti delle attività illecite emerse nel corso delle indagini. Scatta dunque il sequestro milionario di: 14 società/imprese individuali con relativo compendio aziendale, 3 immobili, 14 veicoli e 38 rapporti finanziari e bancari attivi.
In particolare:
Saulle POLITI è stato interessato per il sequestro di diverse società tra le quali la “FUNNY SLOT s.r.l.” gestita dal fratello Francesco, con unità locali a Trepuzzi, Carmiano e Monteroni, operante nel settore delle scommesse on line, dei giochi e delle sale slot, con il relativo complesso aziendale, comprensivo di immobili, autovetture e rapporti bancari (conti correnti, polizze assicurative, conti deposito), il bar denominato “Caffè alla Romana” e l’impresa di commercio all’ingrosso di caffè “POLITI CAFFE’” di Monteroni;
a Fabio RIZZO è stato notificato il sequestro di diverse società a lui riconducibili operanti nel settore della distribuzione di carni e alimentari in genere, con il relativo complesso aziendale, comprensivo di autovetture e rapporti bancari, tra le quali la “Carni e più” con sede a Lizzanello e con un punto vendita presso un supermercato a San Pietro Vernotico ;
Davide QUINTANA ha subito il sequestro della “ITTICA GALLIPOLI” le cui dinamiche commerciali si erano caratterizzate per l’inserimento della società in un piano di spartizione del territorio realizzato dai clan indagati, nonché di altre società a lui intestate e/o riconducibili, operanti nel settore immobiliare e della ristorazione tra le quali la “Mr. POLDO”, sempre a Gallipoli, con il relativo complesso aziendale, comprensivo di immobili, autovetture e rapporti bancari.