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Un anno di silenzio: così la Regione ostacola l’accoglienza dei parenti dei malati

LECCE- Da un anno la Regione Puglia non risponde alla richiesta avanzata dalla Asl di Lecce di concessione di una ulteriore porzione di terreno all’interno del perimetro dell’ospedale Vito Fazzi, al fine di poter ampliare la casa di accoglienza Santa Caterina Labourè.

“Abbiamo bisogno di capire cosa spinge la Regione a ignorare la nostra richiesta di avere la possibilità di aiutare i bambini oncologici, gli altri malati affetti da patologie gravi e le loro famiglie”, dice don Gianni Mattia, cappellano del Fazzi.

A Lecce e al polo oncologico Giovanni Paolo II arrivano pazienti da tutta la Puglia, compresa Foggia, ma anche da altre città come Modena. “Ci sono parenti che dormono in macchina nel parcheggio dell’ospedale per non allontanarsi troppo o perché hanno difficoltà di natura economica e non si possono permettere di pernottare altrove”, spiega don Gianni.

Per costruire altre camere, allargando la disponibilità delle dieci già esistenti, è necessario dunque che la Regione autorizzi l’ampliamento. Nessuna risposta in 12 mesi, nonostante le sollecitazioni. Si chiede ora al presidente Michele Emiliano di darsi una mossa.

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