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Gasdotto in forse col nuovo Governo? Tap: non c’è ragione per temere uno stop

MELENDUGNO- “Col M5s al governo Tap si cancella”. Lo aveva detto Alessandro Di Battista, tra i maggiori esponenti pentastellati, davanti alla piazza gremita di Nardò, lo scorso febbraio. E il gasdotto, al pari dell’Ilva, sarà una delle gatte più grosse da pelare per il nuovo esecutivo giallo-verde. Il tema delle grandi opere, d’altronde, divide anche Lega e M5s e nel contratto di governo non c’è traccia di un accenno a Tap. Il dossier sarà rimesso in discussione? La multinazionale, da parte sua, si sente in una botte di ferro. “Noi siamo – dicono dalla società in queste ore – perfettamente autorizzati e anche in avanzatissimo stato di realizzazione. Esattamente come altre opere, il gasdotto è frutto di accordi internazionali che raccolgono le relazioni tra Italia, altri Paesi e Ue. Ci sentiamo tranquilli, perché non vediamo alcuna ragione per temere che l’opera non si concluda”.

In ballo ci sono 8 miliardi di euro e 1,5 sono già stati prestati dalla Banca europea per gli investimenti. Anche su questo i grillini hanno dato battaglia in Ue, così come hanno fatto a livello locale, partecipando attivamente, ministro Barbara Lezzi in primis, alle manifestazioni di piazza e firmando esposti in Procura, come quello sottoscritto dai neoparlamentari e che il mese scorso ha portato al sequestro del cantiere di contrada Le Paesane.

Insomma, è chiaro che il M5s è stato sempre al di qua delle barricate. A ricordarlo è anche Adriana Poli Bortone, l’unica altra ministra che il territorio ha espresso finora. “Quanto al Salento – dice infatti Poli – penso che il ministro Lezzi, che ha fatto delle chiare e precise battaglie contro la Tap (avendo la fortuna di avere alle infrastrutture un collega del Movimento 5Stelle) e che da pugliese ha vissuto e vive la tragedia dell’Ilva, sappia affrontare con decisione queste due emergenze ancora irrisolte. “La creazione del ministero del Sud è un fatto positivo – aggiunge – vedremo adesso in che modo opererà, peccato sia senza portafoglio. Ma essendo un ministero politico ci aspettiamo che prenda le redini delle regioni meridionali per portate avanti una effettiva politica di coesione”. Qualunque eventuale blocco politico dovesse arrivare dal governo si trasformerebbe in automatico in una nuova guerra giudiziaria. Tap ha completato il 72,5 per cento dell’opera e nel 2019, come annunciato in questi giorni, è pronta a partire con i lavori nel tratto off-shore, nel Canale d’Otranto. A terra, a Melendugno, lo scavo del pozzo di spinta del microtunnel è stato ultimato nei giorni scorsi. L’unico segmento in cui poter continuare ora i lavori è in contrada Le Paesane, dove però il cantiere è ancora sotto chiave. La prossima settimana, Tap depositerà istanza alla Procura per chiedere il dissequestro, ritenendo superate le ragioni probatorie. E lo fa dopo aver depositato uguale istanza anche in Cassazione, in seguito alla bocciatura del Riesame.

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