LECCE- Rivolgersi al Tribunale oppure agire direttamente sul territorio con un proprio provvedimento. I sindaci salentini stanno decidendo in questi giorni cosa fare di fronte all’obbligo di quattro trattamenti fitosanitari imposto dal decreto Martina per combattere l’insetto ritenuto vettore del batterio Xylella. Sarà una settimana di riunioni di maggioranza, Consiglio comunali, assemblee pubbliche, coordinamento tra enti. Nell’indifferenza di alcuni colleghi, altri sindaci hanno deciso di non restare con le mani in mano, specie dopo la diffusione, nelle scorse ore, dei documenti di Lilt Lecce, Isde nazionale, Ordine dei Medici di Lecce e l’avvio della campagna di disobbedienza promossa da una 90ina di associazioni e aziende delle tre province salentine.
Quali sono le alternative? Oltre al non fare nulla, si sta riflettendo sulla via giudiziaria, che può essere duplice: da un lato un ricorso al Tar Lazio promosso solo dai Comuni, aderendo magari anche a quello che alcuni, come Cisternino, hanno annunciato di voler fare; dall’altro, l’adesione al ricorso che stanno predisponendo le associazioni territoriali, con capofila un’organizzazione nazionale iscritta al registro del Ministero dell’Ambiente. Quest’ultima via agevolerebbe gli enti dal punto di vista dei costi, visto che molti affermano – tra i denti- di essere alle prese con problemi di budget.
L’altra strada, in alternativa o in aggiunta, è quella di un’ordinanza sindacale che, facendo leva sulle ragioni di emergenza ambientale, di salute e sicurezza, potrebbe vietare a tutti l’uso di pesticidi chimici. Certo, potrebbe essere impugnata dal Ministero, ma anche no, risultando in ogni caso molto dirompente. “Discuteremo a breve della questione e parteciperemo al coordinamento con gli altri Comuni”, dice da Lecce l’assessore all’Ambiente Carlo Mignone. “Siamo contrari al decreto, purtroppo i campanelli d’allarme sono stati tanti. Stiamo valutando di partecipare al ricorso”, aggiunge da Gallipoli Stefano Minerva. Hanno già dato disponibilità all’azione giudiziaria, con richiesta di sospensiva immediata del provvedimento Martina, il Comune di Salve e di Melendugno. Per quest’ultimo, Marco Potì rimarca la “necessità di coinvolgere un fronte ampio dei sindaci e di rilanciare l’appello a cittadini e associazioni”. A Melpignano, il 16 maggio si terrà un incontro aperto sul tema “e l’invito è rivolto a tutti i colleghi”, dice il sindaco Ivan Stomeo, che pure valuta la strada giudiziaria “anche perché – dice- abbiamo aderito alla rete europea delle città libere da pesticidi”.
Le sindache di Corigliano e Calimera, Dina Manti e Francesca De Vito, annunciano che ne discuteranno in maggioranza in questi giorni: in entrambi i comuni da tempo, infatti, viene regolato in maniera stringente l’uso dei fitofarmaci sul territorio. A Trepuzzi Giuseppe Taurino, invece, porterà la questione in un Consiglio comunale apposito: “mi ha chiesto di discuterne la conferenza dei capigruppo – conferma – e nei prossimi giorni, probabilmente nella seduta del 18 maggio, ne parleremo apertamente in assise, provando a giungere ad una mozione unitaria”.