Cronaca

Bullismo in classe: il ragazzo usato come cancellino. Il dirigente del Fermi: prenderemo provvedimenti

LECCE –  Da una parte l’indagine della Procura, dall’altra l’iter scolastico, che farà il suo corso, con provvedimenti disciplinari e la riunione del consiglio di classe. Giuseppe Russo, dirigente dell’istituto Tecnico Industriale Fermi dove si è verificato il presunto caso di bullismo nei confronti di un 17enne, è intenzionato naturalmente ad andare avanti nella vicenda che intanto si arricchisce di nuovi particolari. Il ragazzino infatti avrebbe confessato alla madre, proprio in queste ultime ore, di essere stato “usato come cancellino per pulire la lavagna”. Più volte la donna avrebbe infatti notato i vestiti completamente sporchi di gesso, senza riuscire a spiegarsi il motivo. Il preside intanto ha già incontrato, anche se separatamente, le famiglie dei due ragazzi protagonisti del video choc registrato in classe dallo smartphone di uno studente. Con la famiglia della vittima anche l’avvocato Giovanni Montagna che per conto della madre ha presentato la denuncia in Procura. Una storia di presunto bullismo venuta fuori nei giorni scorsi, quando alla madre della vittima è capitato tra le mani il video. Le immagini lasciano poco spazio all’immaginazione: la vittima è in classe, una terza superiore. È nell’angolo, stretta al muro, mentre il compagno più alto e grosso, la spinge contro la parete armato di una sedia e gli sferra anche qualche calcio. Un episodio probabilmente avvenuto durante un cambio d’ora o durante la ricreazione. I professori, pensiamo, non sono in classe perché questo probabilmente non sarebbe accaduto in loro presenza. Immagini sicuramente scioccanti per una mamma alla quale non ci è voluto molto per collegare l’episodio all’atteggiamento del figlio negli ultimi mesi: silenzio, calo nel rendimento scolastico, tendenza ad isolarsi. Ma non solo. Nella denuncia finita sia sul tavolo della Procura Ordinaria che su quello della Procura dei Minori sono state messe nero su bianco le parole della mamma: “ Spesso mio figlio tornava a casa con dei segni sul corpo”. Lividi sulle braccia e sulle gambe che il 17enne raccontava essersi procurato in palestra durante l’ora di educazione fisica. Non era la verità, probabilmente. Il ragazzino però, chiuso ed introverso, non aveva mai raccontato a nessuno quello che gli accadeva sin dall’inizio dell’anno scolastico.

È crollato solo dopo le insistenze della madre che, dopo aver visto il video, non ha potuto certo far finta di nulla. Non è escluso che nei prossimi giorni, su istanza dell’avvocato, possa essere ascoltato dagli inquirenti.

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