Ambiente

Burgesi, l’ora della verità: al via i campionamenti statici sui pozzi

UGENTO- Per la discarica Burgesi si avvicina l’ora della verità: capire se l’acqua della sua falda sia contaminata da sostanza cancerogene. Nella mattinata di mercoledì 11 aprile, saranno eseguiti i tanto attesi campionamenti statici sui cinque pozzi collocati all’interno del sito di conferimento dei rifiuti, a cavallo tra Ugento, Acquarica del Capo e Presicce.

L’Arpa Puglia ha comunicato nelle scorse ore che si è pronti a fare ciò che fino a poco fa non le era stato possibile fare. A novembre, infatti, fu durissima la nota della Regione, inviata anche in Procura, con cui si rimarcò “l’impossibilità di procedere ai campionamenti in modalità statica delle acque sotterranee a causa delle opposizioni del gestore”. Monteco, la società che gestice il sito dismesso, obiettò. Ma si è dovuto attendere fino ad ora per poter procedere con quelle analisi, ritenute indispensabili soprattutto per controllare l’eventuale presenza del Pcb e di altri inquinanti nella falda, dopo le rivelazioni dell’imprenditore Gianluigi Rosafio che si è autoaccusato di aver sotterrato dentro la ex discarica 600 fusti di materiale tossico. L’inchiesta, si sa, è stata archiviata dal gip su richiesta della Procura di Lecce, secondo la quale il reato si era prescritto ed era già stato accertato, ma la verifica sulla presenza di quei fusti dentro Burgesi non è mai stata fatta e ancora oggi non è stata effettuata.

Il monitoraggio statico sui pozzi sarà una chiave di volta per accertare il rispetto dei valori limite degli inquinanti nelle acque sotterranee di quella contrada. Era previsto nel piano della Regione e ha una premessa: i 5 pozzi andavano prima sigillati, perché nessuno potesse accedervi. I piombi sui boccapozzi sono stati apposti il 24 gennaio. Da allora dovevano trascorrere due mesi. Adesso si è pronti a introdurre la sonda e a prelevare l’acqua che nel frattempo si è depositata. In questo si differisce dal campionamento dinamico effettuato tramite il prelievo a mezzo pompa e dopo lo spurgo dell’acqua. I dati tra i due tipi di monitoraggi verranno poi confrontati tra loro.

Uno sforzo importante da parte del Dipartimento leccese di Arpa, guidato dall’ingegnere Roberto Bucci. Sotto osservazione non c’è solo Burgesi: “Abbiamo incrementato – spiega Bucci – da uno a tre, come richiestoci dalla Regione, i monitoraggi anche sulle acque sotterranee della discarica di Castellino a Nardò, dove il valore del nichel è oltre i limiti ma al momento è stabile, e su quelle delle due discariche di Cavallino, Le Mate e Masseria Guarini”. Al momento non risultano per queste particolari criticità.

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