TARANTO – Per vederci chiaro Legambiente ha consultato direttamente l’Osservatorio Rifiuti della Regione Puglia per poi constatare che da 5 mesi a questa parte i dati non risultano aggiornati. In tema raccolta differenziata il capoluogo jonico risulta maglia nera in Puglia, un dato che non poteva passare inosservato e proprio non va giù.
“Preso atto di questo -fanno sapere da Legambiente- abbiamo deciso di controllare gli altri comuni capoluogo di provincia per verificare se fosse un atteggiamento generalizzato, ma abbiamo potuto osservare che così non è. La metà ha segnalato i dati fino a dicembre 2017, l’altra metà arriva a febbraio del 2018; il Comune di Taranto è, quindi, maglia nera, ultimo tra i capoluoghi pugliesi nella solerzia con cui si mettono a disposizione dei cittadini dati che interessano tutti”.
Il capoluogo jonico è la pecora nera indiscussa in tutta la regione: risulta infatti partita da un irrisorio 15% di gennaio del 2017, passato al 19% di febbraio per poi arrivare al 19,5% di settembre e al “picco” del 23,6% di ottobre in corrispondenza delle rilevazioni utili per non pagare l’ecotassa. Quello che è accaduto dopo, appunto, non si sa.
Una certezza però c’è: altrove fanno tutti meglio. Brindisi partita dal 20% di gennaio 2017 lo scorso Febbraio ha raggiunto il 56,8%. Lecce ha fatto ancora di più: a gennaio 2017 riusltava al 41% mentre lo scorso Dicembre ha raggiunto il 61,7%.
Parla di occultamento della realtà e arrampicate sugli specchi Legambiente che denuncia un vuoto di iniziative e giustificazioni che non reggono. Duqnue la richiesta è chiara: estendere all’intera città il servzio di raccolta “porta a porta” secondo un preciso cronoprogramma più volte richiesto con obiettivi concreti e date di verifica.
