S.M.DI LEUCA- Quel pezzo di mare di fronte a Leuca se lo sono spartito in due, la irlandese Petroceltic e la francese Edison. Ora quest’ultima ha avviato il procedimento di valutazione di impatto ambientale per cercare petrolio su un’area di 300 kmq, all’interno di uno specchio acqueo più grande, di 729. E ad appena 14 miglia dalla costa, poco più in là rispetto alla soglia di 12 prevista per legge. L’avviso pubblico risale al 26 marzo, mentre il deposito dello studio di impatto presso il Ministero dell’Ambiente è del febbraio scorso. Cittadini ed enti hanno poco meno di due mesi di tempo, fino al 25 maggio, per depositare le loro osservazioni.
Non è un nuovo permesso quello per la ricerca di idrocarburi al largo della costa salentina meridionale ( denominato “d 84 F.R-.EL”): l’istanza risale al 28 agosto 2013, presentata al 50 per cento da ognuna delle due società. Petroceltic ha già ottenuto nell’ottobre 2016 il parere della commissione tecnica di Via che ha fornito indicazioni su aspetti metodologici, progettuali e ambientali da considerare nella redazione dello Studio di Impatto Ambientale. E questo, almeno per il pezzo che compete a Edison, appunto 300 kmq, è stato redatto.
Come testualmente riportato, “la distanza minima tra l’area di progetto ed il perimetro esterno dell’area del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-S.Maria di Leuca e Bosco di Tricase” è di circa 14,3 miglia marine (26,5 km) e tra l’area di Progetto ed il perimetro esterno dell’area del Sito di Interesse Comunitario in mare “Posidonieto Capo San Gregorio – Punta Ristola” è di circa 15,9 miglia marine (29,5 km), considerati i siti più prossimi all’area in istanza”.