Cronaca

Blitz all’alba contro i clan, 37 arresti nell’ operazione Orione dei carabinieri

SALENTO– Si chiama Orione, dal nome della costellazione la cui cintura è formata da tre stelle l’operazione dei carabinieri del Reparto Operativo di Lecce e della compagnia di Maglie che all’alba ha portato all’esecuzione di 37 ordinanze d’arresto tra carcere e domiciliari in molti comuni della provincia di Lecce e Brindisi. Tre sono infatti le associazioni criminali smantellate nel corso del blitz che si erano spartite il salento e collaboravano tra loro per fare soldi: droga, estorsioni , detenzione di esplosivi e armi, traffici con l’estero e un giro d’affari di circa 1 milione di euro l’anno. Ai vertici Vincenzo Amato di Scorrano, condannato a 20 anni di carcere e latitante da circa due anni e mezzo e la famiglia dei Guadadiello su Torchiarolo. Poi c’era il gruppo di Martano che spacciava soprattutto a Otranto e una propaggine anche su Lecce dove tra gli spacciatori c’era anche, secondo gli inquirenti, l’ex portiere del Lecce Davide Petrachi. 62 indagati in tutto per l’indagine partita nel 2015 coordinata dalla Dda con i pm Guglielmo Cataldi e Maria Vallefuoco che anche durante il blitz nella notte ha riservato sorprese, come il rinvenimento in casa di Antonio De Iaco, di Poggiardo, di un ordigno esplosivo di fabbricazione artigianale pericolosissimo. Dentro un cilindro di latta con circa un chilo di esplosivo e fili di ferro.Se fatto esplodere avrebbe potuto provocare danni ingenti. Le estorsioni ai commercianti erano infatti uno dei business del gruppo: incendi ed esplosioni venivano fatti anche su commissione, come quello , nel 2015, al Maxi Sidis di Poggiardo. Azioni eseguite con minacce, violenza, intimidazioni, quindi modalità mafiose. Ma il vero giro d’affari era il traffico di droga. I carabinieri hanno documentato i contatti con trafficanti albanesi tenuti in piedi soprattutto da Amato e dal suo braccio destro, Giuseppe Angelino. E sempre il denaro aveva portato agli affari con il clan di Bitonto e Secondigliano a Napoli.

I pizzini sequestrati durante le indagini nel mese di settembre hanno permesso di ricostruire introiti per 300 mila euro solo in un mese.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

In carcere:

AMATO Vincenzo, Galatina, ANGELINO Giuseppe di Poggiardo, CAPUTO Andrea, detto “cavallo” nato di  Maglie, DE MITRI Fabrizio di Poggiardo, FUSO Luigi di Martano, GUADADIELLO Antonio Roberto di  Lecce, GUADADIELLO Anna Maria Cristina, di Lecce, GUADADIELLO Luigi, di Lecce, GUADADIELLO Paolo di Lecce, GUADADIELLO Stefano, di Lecce, MAGGIO Marco di Lecce, MERICO Paolo di Poggiardo, MIGGIANO Cosimo di Galatina, PEDE Sergio di Maglie, SERRA Paolo Domenico di Carpignano Salentino, SPARAPANE Piero di Lecce, SPARAPANE Stefano di Lecce, STOMEO Christian di Scorrano, TUNNO Vittorio di Poggiardo,VISCONTI Adele di Squinzano.

Ai domiciliari:

ANTONACI Lorenzo,di Lecce, CAFARO Alessandro di Campi Salentina, CAPOCELLI Armando di Maglie, COLUCCIA Cristian, di Treviglio (BG), CONTE Alba di San Pietro Vernotico, DE IACO Antonio detto  “barba”, di Poggiardo, DE RINALDIS Carmine detto “macellaio”, di Poggiardo, GNONI Virgilio detto “olio”, di Nociglia, GRECO Alessandro detto “topo”, di Cursi, GUIDO Cosimo Davis, di Campi Salentina, LONGO Cesario, di Casarano, MIHAILESCU Alina Elena, nata in Romania, NUZZO Giuseppe detto  “ruspa”, di Cursi, PETRACHI Davide detto “calcio”o “portiere”, di Lecce, SPEDICATI Lorenzo, di Lecce, TOMASI Antonio di Maglie, ZEZZA Antonio detto  “bufalo”, di Tricase.

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