SQUINZANO-L’unico ad essere stato condannato in primo grado nel processo nato per un presunto abuso d’ufficio sull’assegnazione di un alloggio popolare al boss Antonio Pellegrino era stato l’ex sindaco di Squinzano, Gianni Marra. In serata la Corte d’Assise d’Appello ha assolto anche lui perché “il fatto non costituisce reato” . L’ex primo cittadino, difeso dall’avvocato Paolo Spalluto, era stato condannato in precedenza a quattro mesi di reclusione, pena sospesa, e interdetto dai pubblici uffici per la durata della pena.
Oggi la parola fine alla vicenda nata da uno stralcio dell’operazione “Vortice deja vu”, la maxi inchiesta condotta dai carabinieri del Ros e del Nucleo Investigativo sui presunti intrecci tra mafia e politica nel comune del nord Salento, nel novembre 2014. Insieme a lui erano altri 5 gli imputati, tutti assolti in primo grado: l’ex presidente del Consiglio comunale Fernanda Metrangolo, il figlio Carlo Marulli, l’imprenditore Gabriele Lino Lagalla, Antonio Pellegrino detto Zu Peppu e l’ex comandante della polizia municipale Roberto Schipa.
Secondo l’accusa Marra, giudicato in abbreviato assieme a Schipa, avrebbe commesso un abuso nell’adottare un decreto con il quale, pur “in assenza di tutti i requisiti e condizioni legali”, venne disposta la requisizione di un alloggio ex Iacp per assegnarlo al boss. Assolti oggi, insieme all’ex sindaco, anche l’ex comandante dei vigili urbani Schipa e lo stesso Pellegrino, per i quali la Procura, con i pm Guglielmo Cataldi e Antonio Negro, aveva presentato Appello. Il procuratore generale Nicola D’Amato aveva invocato per loro un anno e otto mesi di reclusione.