GALLIPOLI – Cinque lidi di Gallipoli dovranno essere smontati, dovranno nuovamente richiedere l’autorizzazione paesaggistica e, se concessa, provare a rimontare le strutture a partire da aprile. È la nuova bufera che si abbatte sul turismo balneare sullo Ionio. Il Comune ha annullato, infatti, cinque autorizzazioni paesaggistiche per altrettante strutture: sotto la mannaia ci sono stabilimenti molto noti, quali “Punta della Suina”, “Zeus – Mare Azzurro”, “Lido Rivabella”, “Lido la Bussola”, “Spiaggia Cub”.
Stando a quanto scritto nelle determine del dirigente del Settore Sviluppo del Territorio, il Comune “solo in data odierna, a conclusione di una ricognizione di tutte le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate, è venuto a conoscenza della sentenza”. Il riferimento è al pronunciamento del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso della Soprintendenza e ha stabilito che no, quelle strutture non possono restare installate sulla spiaggia tutto l’anno, perché hanno un’autorizzazione valida solo per la stagione e che va rinnovata di anno in anno.
Il paradosso è che quelle sentenze affermavano ciò già a partire dal 2012, mentre se ne dà esecuzione sei anni dopo.
“Non possiamo sottacere la gravità di questa sospetta “dimenticanza” – tuona il portavoce di Gallipoli Futura Flavio Fasano – soprattutto se proprio in quel 2012, a Gallipoli, si tennero le elezioni amministrative comunali che videro contrapposti al ballottaggio del 21 maggio Francesco Errico e Salvatore (Toti) Di Mattina (quest’ultimo interessato proprio alla “gestione” di Punta della Suina”). Non possiamo nemmeno scordare quanto avvenne nell’autunno dello stesso anno 2012 quando lo sconfitto Di Mattina – allontanandosi dal suo partito di origine – sostenne in Consiglio comunale scelte e proposte del suo precedente antagonista”.
La ricognizione è stata avviata ora per dare seguito a un monito della Soprintendenza, che aveva chiesto di controllare tutte le “patenti” per restare in piedi anche d’inverno. È un caso diverso rispetto all’altro terremoto delle ultime settimane, quello cioè, ancora più grave, della revoca della concessione demaniale per Samsara e Zen.
Trema il turismo gallipolino, insomma. Il sindacato Cna Balneari, a cui sono iscritti i cinque lidi, chiede aiuto: “non abbiamo altre armi – dice il referente Giuseppe Mancarella – e non sappiamo come reagire. Confidiamo nell’amministrazione comunale e nella Prefettura: non avrebbe senso smontare ora e rimontare ad aprile. Chiediamo una deroga ad hoc per questi cinque stabilimenti”.
