
LECCE – Prima la rabbia degli esclusi dalle parlamentarie che lamentavano criteri diversi di trattamento tra “figli e figliastri”, poi l’arrivo di Di Maio a Lecce, il blitz delle Iene, il caso rimborsopoli con ben 10 e non solo 2 presunti coinvolti. Infine la soffiata sul presunto coinvolgimento di due senatori leccesi e, infine, la conferma.
Sarebbero una decina, dicevamo, i big del M5S ad aver tradito uno degli assunti del Movimento: la regola di restituire gran parte del proprio stipendio ai cittadini, tramite un fondo che concede microcredito alle imprese. A far luce sulla vicenda un testimone che ha rivelato a “le Iene” il meccanismo alla base della truffa: “quello che i pentastellati affermano di versare mensilmente non corrisponde a realtà -ha detto- basta controllare il fondo dove i versamenti dovrebbero convogliare”.
Poche ore dopo la soffiata sul coinvolgimento dei big leccesi, in un post fb della Senatrice Lezzi si legge: “Domani mattina andrò in banca per farmi rilasciare la documentazione che accerta che tutti i bonifici che ho effettuato in questi anni non sono stati revocati”.
Solo in serata arriva invece l’ammissione di qualche leggerezza da parte del senatore Maurizio Buccarella:
“Ho appena inviato all’assistenza di Tirendiconto i bonifici esitati degli ultimi tre mesi del 2017 (…) Relativamente agli ultimi due mesi di novembre e dicembre avevo fatto una leggerezza, però: avevo REVOCATO i due bonifici lo stesso 31 gennaio 2018 perché credevo di poter chiudere quel conto corrente nei giorni immediatamente successivi (…), cosa che invece non ho fatto (anche per essere stato tre giorni a Roma per i lavori della commissione) e di cui NON mi sono premurato di avvertire l’assistenza di Tirendiconto o altri del Movimento.
Non so come si stanno facendo i controlli ed è chiaro che l’operazione de “Le Iene” arriva ad orologeria a poche settimane dalle elezioni. Non ho alcuna intenzione di prestarmi al gioco al massacro.
Mi considero intanto AUTOSOSPESO dal Movimento per tutelare anche la mia serenità personale e familiare. Non me ne vogliano i colleghi, attivisti e candidati con i quali fino ad oggi mi sono impegnato nella campagna elettorale, continuo a sostenerli idealmente e cercherò di dare una mano comunque, finché mi sarà permesso“.
L’autosospensione è una sorta di congelamento delle attività legate al movimento, nulla a che vedere con corsa alle politiche per la quale resta tutto invariato.
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