BARI – Un nuovo terremoto scuote la giunta regionale pugliese. Filippo Caracciolo, da appena 6 mesi assessore all’Ambiente e candidato alle politiche per il Pd, si è dimesso.
Il motivo è il coinvolgimento in una inchiesta estranea al suo incarico regionale ma riguardante una gara d’appalto per la costruzione di una scuola media di Corato, nel barese che, per la Procura di Bari, è stata turbata grazie all’interessamento dell’assessore. Quest’ultimo avrebbe favorito l’imprenditore che poi si è aggiudicato i lavori, ricevendo in cambio la promessa di un appoggio elettorale. I pedinamenti della finanza avrebbero chiuso il cerchio, convincendo il pm ad indagare Caracciolo per corruzione e turbativa d’asta.
Dopo le reticenze iniziali, seguite dalle insistenze del governatore, Caracciolo ha deciso di rassegnare le dimissioni. Emiliano si è detto “fiducioso e certo” dell’estraneità dell’ormai ex assessore. Nessun nuovo ingresso in giunta per ora, le sue deleghe le manterrà il collega del Bilancio, Raffaele Piemontese. Emiliano si è dato qualche mese per decidere il da farsi: in questo lasso di tempo Caracciolo potrebbe chiarire la sua posizione e, se dovesse risultare estraneo alle accuse, potrebbe rientrare in giunta. Ma non è detto che Emiliano non metta mano all’esecutivo subito dopo l’esito del voto del 4 marzo. La sua giunta, infatti, ha già diversi assessorati particolarmente impegnativi: è il caso di Nunziante, che oltre alla vicepresidenza mantiene tre deleghe, è il caso dello stesso Piemontese che ne ha altrettante, senza contare proprio il ruolo del governatore e assessore alla Sanità.
La giunta è stata modificata già quattro volte: la prima con le dimissioni di Gianni Giannini, anche lui coinvolto in un inchiesta – ma se cadrà anche la seconda accusa potrebbe rientrare a breve -. La settimana successiva il governatore decise per un restyling più ampio. La scomparsa di Totò Negro ha costretto Emiliano ad un nuovo doppio cambio. Tre mesi dopo, la vicenda Caracciolo impone un altro ritocco.