LECCE – A battere i denti con la testa chinata sui libri sono oltre 300 studenti che adesso non ne possono più e si rifiutano di rimettere piede a scuola. Nella cosidetta “ala nuova” del “Fermi” di Lecce, quella più recente, il gelo la fa da padrone. Una situazione per i ragazzi diventata insostenibile. Sono 14 le classi costrette a fare lezione, docenti inclusi, con giubotti, cappellini e sciarpe addosso. Persino i prof. chiudono un occhio sul berretto di lana in testa, parafrasando Dante “più che il rispetto, potè l’emergenza”.
In Via Merine, come ogni mattina, alle 8.00 è suonata la campanella, alcune lezioni però sono andate deserte.
A monte del disagio un guasto alla caldaia, sul quale la Provincia (proprietaria dello stabile) a metà dicembre aveva provveduto a rassicurare gli animi. A distanza di un mese, però, tutto resta intoccato.
Il rappresentante di Istituto ha messo le lamentele degli studenti nero su bianco in una lettera indirizzata al Dirigente, Giuseppe Russo, che ha prontamente messo in allerta Palazzo dei Celestini. Un gatto che si morde la coda: la Provincia, come più volte ha spiegato il Presidente Gabellone, fa i conti con la scarsità dei fondi a disposizione. Il piatto piange, le scuole e le strade anche.
Una classe, destinata al quarto anno, è persino sprovvista di illuminazione. In altre aule ci pensano gli spifferi delle finestre a dare il colpo di grazia ad un clima già sufficientemente torrido.
Il problema non è nuovo. Lo scorso anno l’arrivo della neve ha rappresentato una vera e propria mazzata. Scuole chiuse per motivi di sicurezza e, al rientro, gelate, tanto da far scendere gli studenti di Lecce e provincia in strada.
I ragazzi intanto tirano dritto sulla protesta: “al freddo -dicono- non vogliamo starci più”.