LECCE – Il concordato in bianco per salvare Alba Service vacilla e a battere i pugni sul tavolo è la Confederazione Cobas di Lecce. Giovedì la commissione bilancio di Palazzo dei Celestini, invocata dalla stessa organizzazione sindacale, si è riunita. Il concordato in bianco, stando a quanto relazionato dal Presidente della Commissione Vincenzo Toma, secondo i Cobas “è l’annuncio impicito del fallimento della partecipata”.
“La conferma del nostro sentore è arrivata -spiega Giuseppe Mancarella, della Confederazione Cobas di Lecce– la Provincia attualmente dispone di un milione e 700 mila euro circa, a fronte di un buco di oltre 7 milioni che, stando sempre al concordato, dovrebbe essere interamente colmato. La regione farà la sua parte, e gliene siamo grati, ma il patto con risorse così esigue si può già considerare nullo». Dunque i fondi per la copertura dei debiti maturati dalla società partecipata nel triennio 2014-2016 non sarebbero sufficienti. Quel concordato, senza garanzie, non lo firmerebbe nessuno dei creditori e per andare in porto dovrebbe sottoscriverlo invece il 50% più uno. Dunque, senza strategia alternativa, Alba Service è destinata al fallimento.
Non finisce qui. “In caso di mancato accoglimento del concordato preventivo -spiega ancora Mancarella- non è stata minimamente considerata nessuna strategia alternativa che salvaguardi i posti di lavoro». Tornano dunque a tremare quei 120 dipendenti che poco più di un mese fa avevano tirato un sospiro di sollievo, proprio sulla base del concordato “salvavita”. Loro avevano rinunciato al 75% degli stipendi arretrati, in cambio avrebbero ottenuto un altro anno di cassa integrazione. Se il concordato dovesse saltare, come si teme, l’ammortizzatore sociale sarebbe garantito solo fino al giorno dell’ufficializzazione del fallimento della società. Per questi motivi il sindacato nei prossimi giorni scriverà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
