LECCE- E’ inziata pochi minuti prima delle 12 e si è conclusa dopo un’ora la discussione di merito al Tar di Lecce sul premio di maggioranza attribuito al centrosinistra in Consiglio comunale. La decisione è attesa per domani. Il ricorso è stato presentato dal centrodestra, che ha impugnato la decisione della commissione elettorale.
I ricorsi sono due. A presentare il primo sono stati Angelo Tondo, Attilio Monosi, Giorgio Pala, Federica Di Benedetto, Paola Gigante e Laura Calò, candidati a sostegno di Mauro Giliberti ma che, con l’attribuzione del premio di maggioranza al sindaco Carlo Salvemini, sono rimasti fuori dall’assise. Al loro posto siedono Ernesto Mola, Massimo Fragola, Roberta De Donno, Antonio Torricelli, Silvano Vitale, Pierpaolo Patti e Carlo Mignone.
Il secondo ricorso, invece, è stato depositato da Mauro Giliberti, Paolo Perrone e Roberto Marti.
Se il Tar dirà che la decisione da parte della commissione elettorale è errata, o forzata, nell’aver attribuito al centrosinistra la maggioranza dei consiglieri comunali di Lecce, quel giudizio nel merito non sortirà definitive conseguenze. E questo perché la decisione di certo sarà impugnata davanti al Consiglio di Stato così come, se dovesse avere la meglio l’attuale maggioranza, sarà il centrodestra a ricorrere in appello.
La disputa riguarda, appunto, solo la composizione dell’assise di Palazzo Carafa e non la legittimità dell’elezione del sindaco come molti pensano.
In caso la spuntasse il centrosinistra, il centrodestra dovrà rassegnarsi ad un’opposizione di quasi 5 anni. Se invece al vaglio finale dovessero avere la meglio Perrone e “compagni”, il sindaco, per evitare la sfiducia da parte della nuova maggioranza, dovrà sperare di ricevere i voti utili o infittire la sua pattuglia grazie a consiglieri che per il cosiddetto “bene della città” potrebbero abbandonare il centrodestra anche per non tornare alle urne.
Se, infine, gli “eserciti” dovessero rimanere immutati, il centrodestra potrebbe pensare alla presentazione di almeno 17 firme per mandare a casa Carlo Salvemini e traghettare Lecce a nuove elezioni comunali.