Attualità

Province ridotte all’osso, dipendenti in sciopero. L’ente: più fondi o pre-dissesto

LECCE – Alzano la voce, bandiere e volantini alla mano, perchè in tema “resistenza” la Provincia di Lecce lancia ancora una volta un grido d’allarme. I sindacati non ci stanno, tornano a battere i pugni sul tavolo: lo fanno alle porte di Palazzo dei Celestini mentre la mobilitazione e lo sciopero nelle stesse ore va in scena in tutta Italia. Ribadiscono la condizione, sull’orlo del baratro, dei dipendenti. Sottolineano i servizi a rischio a danno dei cittadini: il piatto piange, la Provincia resta il capro espiatorio di tutto quello che non va, senza avere però la possibilità di intervenire su ciò che le compete.

A Palazzo dei Celestini, dopo i due decreti legge di 3 anni fa, è stata richiesta la restituzione allo stato di entrate proprie per un totale di circa 87 milioni di Euro dal 2014 al 2016. Una spesa troppo grossa da fronteggiare tutta insieme, da qui le trattenute che a loro volta ammontano a ben 50 milioni annui. Casse inesorabilmente e lentamente svuotate. A incrociare le braccia in mattinata anche il segretario generale della Provincia di Lecce Giacomo Mazzeo e il Dirigente dei servizi finanziari Pantaleo Isceri.

I rappresentanti sindacali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil di Lecce insieme ai Dirigenti dell’ente hanno esposto le loro preoccupazioni alla dottoressa Beatrice Agata Mariano, Capo di Gabinetto della Prefettura di Lecce che li ha ricevuti in tarda mattinata presso il suo ufficio.

Il Capo di Gabinetto della Prefettura ha assunto l’impegno di farsi portavoce delle esigenze dei lavoratori con il Governo inviando una nota alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero degli Interni. L’obiettivo è quello di segnalare le difficoltà manifestate dagli scioperanti e di evitare, dunque, le conseguenze nefaste come quelle preannunciate dagli stessi dirigenti: laddove la legge di stabilità non dovesse stanziare fondi adeguati, Palazzo dei Celestini entro la fine dell’anno ha preannunciato di dichairare lo stato di pre-dissesto.

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