LECCE- Non ci sono uomini violenti in cura presso i servizi della Asl di Lecce, semplicemente perché un servizio apposito non c’è ancora sul territorio. C’è l’altra faccia della medaglia, il Ceav, centro per chi la violenza la subisce, ma non il rovescio, per cui ancora non si agisce a monte, sulla causa. Sono venticinque in tutta Italia i Cam, i centri ascolto per uomini maltrattanti, nati dalla collaborazione tra associazioni e Asl. Il primo e uno dei più noti è quello di Firenze. Ma le strutture sono quasi tutte concentrate nel nord. All’interno della nuova delibera regionale è previsto il Centro per il Trauma, che prevede la presa in carico della vittima, ma anche, quando ci sono i presupposti, del violento, uomo o donna che sia. È un percorso che partirà anche a Lecce, ma quando e come ancora non è dato sapere. Eppure, gli episodi non mancano e l’idea ampiamente condivisa a livello internazionale è quella di agire in modo che questi comportamenti vengano arginati e ridotti, offrendo agli “uomini maltrattanti” percorsi di recupero con strumenti per cambiare, proprio a maggiore tutela delle vittime. Ogni anno sono circa 300 gli uomini accolti nei centri appositi in Italia, tutti di diversa estrazione sociale e diversa età, il 92 per cento italiani e il 77 per cento padri di famiglia, disposti a iniziare un percorso di riabilitazione. Attualmente, l’adesione a questo tipo di programmi è su base volontaria, di propria iniziativa oppure su invio di servizi sociali, forze dell’ordine, avvocati o magistrati. Per i leccesi, però, non c’è niente di tutto questo al momento. Resta solo il decalogo, fornito dal Cam di Firenze, per cogliere i campanelli d’allarme da parte di chi le violenze le subisce e per spingere un uomo a rivolgersi a un centro specializzato: dall cercare di impedire alla donna di fare qualcosa al controllo insistente dei suoi movimenti, dall’incutere paura al controllo delle sue finanze, fino alle offese e alle botte, considerando il tutto normale.
Ecco il decalogo dei comportamenti a rischio:
1. Fare o dire delle cose che dopo fanno stare male
2. Cercare di impedire alla propria partner di fare qualcosa che voleva fare (Come mettere un particolare vestito, uscire con le amiche, avere un lavoro o studiare)
3. Seguire o controllare i movimenti della propria partner (magari telefonando o mandando costantemente messaggi ad orari strani)
4. Provocare paura nella partner e/o nei figli
5. Fare pressioni alla partner o ad altre donne per fare sesso quando non vogliono
6. Essere gelosi e/o accusare la partner di prestare troppa attenzione a qualcun altro
7. Schiaffeggiare, picchiare, spingere la propria partner o minacciare di farlo
8. Offendere, criticare, far sentire stupida per le proprie idee la propria compagna o/e i figli
9. Controllare le finanze, magari verificando tutte le spese di casa e non permettendo alla partner un uso personale dei soldi
10. Non riconoscere se stesso quando ci si comporta in un certo modo