Attualità

Studenti disabili ancora dimenticati? Scuola pronta a partire ma degli assistenti nessuna traccia

LECCE – Cambiano la classe, i libri, spesso i docenti, a volte i compagni, l’incubo però rischia di essere sempre lo stesso e da anni rappresenta un appuntamento fisso. La scuola riapre i battenti ma per gli studenti con disabilità degli assistenti nessuna notizia. Si tratta delle figure professionali atte a garantire assistenza all’alunno con disabilità, per assicurargli autonomia e supporto sul fronte comunicativo.

Lo scorso 27 luglio la pubblicazione del bando di gara della provincia di Lecce, il termine per le candidature è fissato entro l’1 settembre a mezzogiorno, solo 10 giorni prima rispetto all’inizio dell’anno scolastico. Termine ultimo questo definito però, all’interno della stessa pubblicazione, “congruo e in grado di garantire il servizio all’avvio dell’anno scolastico“. I genitori non ci stanno: visti i precedenti, battono d’anticipo. Quando manca una settimana al suono della campanella incontrano i dirigenti scolastici che senza troppi giri di parole arrivano al sodo: in tema assistenza ancora nessuna buona nuova.

Alla gara sono ammesse imprese, anche sociali, e società commerciali, raggruppamenti di imprese e consorzi, cooperative che rispondano ai criteri prefissati. La competenza a fornire il servizio è dei Comuni per le scuole primarie e secondarie di primo grado; della Provincia per le scuole superiori: ed è proprio in quest’ultimo caso che la lungaggine dell’iter di nomina assesta un duro colpo alle famiglie. I genitori sono costretti ad un via vai sfiancante da scuola per ottemperare all’assenza di queste figure: dall’orario dello spuntino a ricreazione ai momenti della giornata in cui il figlio manifesta la volontà di andare in bagno.

Nel caso in cui l’assistente non venga assegnato, la famiglia può diffidare il Dirigente Scolastico o l’Ente Locale, a seconda della responsabilità della mancata assegnazione e nel caso la diffida non sortisca effetto, attivare un ricorso al TAR. “Non vorremmo arrivare a questo punto -fanno sapere le famiglie- ma a mali estremi, estremi rimedi“.

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