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Strozzato dal pizzo, nuova vita nel Salento. Ma incombe il quarto sfratto: l’appello è disperato

SALENTO – Mario (nome di fantasia) ha 48 anni, vive in provincia di Lecce da 2 anni, qui dove racconta di aver trovato la tranquillità che da tempo strozzini e usurai gli avevano tolto.

Lì dove viveva precedentemente, con moglie e figli, era un affermato imprenditore, prima che la mafia si accorgesse di lui. Da quel momento per due anni e mezzo la sua vita è diventata un incubo: minacce esplicite rivolte alla sua famiglia, auto cosparsa di benzina, negozio avvolto dalle fiamme. Dopo aver consegnato oltre un milione di euro a dire degli usurai il debito da saldare ammontava a 100mila: troppo soldi per chi ha già scelto di dichiarare fallimento pur di riavere indietro la propria vita.

Con quei pochi soldi che è riuscito a tenere da parte Mario arriva nel Salento, prende in affitto una casa e fa tanti, tantissimi lavori, tutti però occasionali e a tempo determinato. La famiglia resta nella città natale. Siamo nel 2014 e l’attività che sembrava potergli dare definitivamente quella stabilità tanto sognata fallisce: da quel momento in poi lui è andato avanti grazie ad associazioni come “il Pronto Soccorso dei poveri”, la Caritas e altri liberi cittadini che gli hanno sempre garantito un piatto caldo.

Non chiede denaro, lunedì però l’ombra del quarto sfratto subito si abbatterà nuovamente su di lui: lui che chiede di poter lavorare, di potersi guardare allo specchio senza vergogna, di poter mandare un pò di contanti alla sua famiglia che in questo trasferimento non ha potuto seguirlo. “Il 10 agosto devo lasciare questa casa ma ho già svuotato tutto, riconsegnerò le chiavi già lunedì“. E poi? “Poi sono condannato a tornare là dove tutto ha avuto inizio, doe la legge ha fatto il suo corso ma dove io ho ancora paura“.

A chiunque dovesse imbattersi in una situazione come la mia voglio dire solo questo: “abbiate coraggio“. La voce è rotta ma la forza che anima il suo appello rompe ogni indugio: la libertà ha il suo prezzo.

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