Politica

I nuovi assessori, tra biografia e future “gatte da pelare”

LECCE – Sul fronte femminile due donne da anni impegnate nel mondo della cultura e poi un architetto e una vice direttrice di una catena commerciale di grande distribuzione. Sul fronte maschile quattro uomini con un rinomato trascorso in politica e un avvocato.

Al suo fianco nel quinquennio a venire ha scelto “nove professionisti degni di stima e preparazione indiscutibile“. Così il sindaco Carlo Salvemini ha definito i membri della squadra di governo ormai ufficiale.

Tralasciando Sindaco e Vicesindaco, già ampiamente conosciuti dalla cittadinanza, ecco gli 8 nomi della giunta tra biografie e future “gatte da pelare”.

Rita Miglietta nella vita è un architetto. Politicamente è storica componente di Lecce Bene Comune prima e di Lecce Città Pubblica dopo. Tra le sue deleghe quelle a politiche urbanistiche e strategiche e rigenerazione urbana: sarà lei a doversela vedere con il piano ubanistico generale della città.

Saverio Citraro nella vita è Dirigente Otorinolaringoiatria dell’Asl di Lecce nonchè militante de “La puglia in più”. Tra le sue deleghe quella al Welfare, Politiche abitative e Accoglienza: graduatorie per alloggi popolari e gestione dei flussi migratori entranti saranno certamente le sue due “gatte da pelare”.

Carlo Mignone, 58 anni, svolge la professione di avvocato ed è presidente della sezione provinciale di ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali). Militante dell’UDC le sue deleghe all’Ambiente, Igiene e decoro urbano rappresenteranno un grande responsabilità. Si tratta infatti dei 3 punti focali del programma elettorale del Sindaco Salvemini.

Patrizia Guida, moglie dell’ex Rettore dell’ateneo Salentino Domenico Laforgia, è Docente di Letteratura italiana contemporanea presso la Facoltà di Lettere, Filosofia Lingue e Letterature Straniere, è suo anche il dottorato di ricerca in Italianistica. La delega alla pubblica istruzione nasce proprio dalla sua annuale e conclamata esperienza nel settore accademico. Lecce città universitaria è uno dei cavalli di battaglia nonchè tema caldo e caro al Vicesindaco Delli Noci.

Il trascorso politico di Silvia Miglietta la vede protagonista nelle fila di Lecce città publica ed è Vice-direttrice commerciale in una catena di grande distribuzione. Politiche attive del lavoro, Programmazione e gestione dei servizi sanitari e Tutela degli animali la vedranno impegnata in ambiti molto differenti tra loro. Occupazione, monitoraggi ambientali e randagismo saranno le sue nuove sfide.

Sergio Signore, 53 anni Dirigente regionale del settore agricoltura e membro del PD. Nel suo trascorso politico c’è il ruolo ricoperto dal 2002 di consigliere nel Comune di Lecce e Presidente della Commissione elettorale. Viste le deleghe a rapporti con i quartieri, Sicurezza e Servizi cimiteriali, spetterà a lui far decollare due dei progetti cavalli di battaglia della campagna elettorale salveminiana: l’idea del cimitero leccese da trasformare in giardino monumentale della memoria e la battaglia contro l’isolamento e il degrado dei quartieri periferici.

Paolo Foresio, 37 anni già capogruppo PD in consiglio comunale nella vita si diletta anche nelle vesti di dj e speaker radiofonico. Considerate le deleghe alle Politiche sportive, Sviluppo economico ed Attività produttive, avrà l’occasione di mettere a frutto la qualifica di direttore tecnico di agenzia di viaggio e turismo conseguita nel 2009. Dovrà vedersela poi con una delle priorità del sindaco: l’idea di una cittadella dello sport.

Antonella Agnoli è infine membro del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici e anche membro del consiglio d’amministrazione dell’istituzione biblioteche a Bologna. Ha progettato la biblioteca San Giovanni di Pesaro, di cui è stata direttore scientifico. Negli ultimi 16 anni ha collaborato e collabora a numerosi progetti per la costruzione e ristrutturazione di edifici e servizi bibliotecari di nuova concezione in varie città italiane. Nella trax road potrebbe essere proprio lei, assessore alla cultura, a progettare ancora una volta una biblioteca: quella comunale di Lecce che Salvemini raccontò di immaginare proprio lì.

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