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Boncuri, il Cir incalza la Prefettura: “situazione fuori controllo”

GALLIPOLI – Il Consiglio italiano per i rifugiati prende carta e penna e scrive alla Prefettura di Lecce: dei servizi previsti e concordati per i braccianti ospitati a Boncuri non c’è l’ombra. Doveva essere l’anno della svolta, ma qualcosa ancora non va negli ingranaggi. “La situazione è palesemente fuori controllo e gli interventi previsti non possono attendere oltre”, dicono dal Cir.

Anche i moduli abitativi annunciati per il fine settimana dal sindaco di Nardò non sono arrivati: la Regione non li ha ancora inviati. A Boncuri, i migranti continuano a restare nelle tende, anche con il caldo torrido, e quelle che ci sono non bastano, nonostante le sette aggiunte dal Comune oltre alle 20 del Ministero dell’Interno. La soluzione più dignitosa, su cui si lavora già dallo scorso anno, è in ritardo sul calendario anche quest’anno. Lo avevano documentato le nostre telecamere qualche giorno fa, assieme alla Cgil.

In mattinata, il sopralluogo dei consiglieri comunali di opposizione e di una delegazione del Pd: “A Boncuri la situazione è radicalmente peggiorata -dichiarano i consiglieri Falangone, Siciliano, Piccione, My e Marinaci- sotto tutti i punti di vista. Esiste un sovraffollamento del campo che ci preoccupa molto. Le tende fino ad ora installate non sono sufficienti per accogliere i migranti che quotidianamente giungono a Boncuri in cerca di un riparo, e questo viene testimoniato anche da un cartello affisso sul portone principale della masseria. Le tende ospitano fino a nove persone ciascuna e all’interno delle stesse si trova di tutto”.

Preoccupano per i rischi annessi i fornelletti utilizzati per cucinare all’interno delle tende, ma anche la spazzatura e l’acqua potabile posta sotto al sole cocente, utile per lavarsi ma non per bere. “Le 15 docce e i 15 bagni risultano non sufficienti, cladissimi e sporchi”, rimarcano dal Consiglio per i rifugiati.

Solo i 16 ospitati nella Masseria sono godono di un pasto fornito dalla Caritas. Perché c’è una netta differenza tra la situazione dentro la struttura, gestita da una cooperativa, e il campo fuori, senza controllo alcuno.

E questo facilita il sistema caporalato, ancora non fiaccato neanche dalla storica sentenza giunta dalla Corte d’Assise due giorni fa. I caporali si sono ben organizzati nelle loro funzioni tipiche, attivando piccoli e grandi circuiti di sfruttamento e illegalità”, denuncia il Cir. E lo avevamo ribadito anche da questi schermi: a Boncuri c’è anche chi è noto da anni per svolgere questo ruolo.

 

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