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Lido Salapia, lo scempio. Telerama lancia l’appello: “Si demolisca, la spiaggia torni libera”

SAN CATALDO- Il “coccobello” passa veloce da qui, senza neanche volgere lo sguardo a quello che è un pugno nello stomaco. L’impressione è che ci si sia abituati a convivere con un vero e proprio scempio, che cade a pezzi ed è più che pericoloso, da ogni punto di vista.  Il Lido Salapia, o meglio, ciò che resta di quella struttura in legno costata al Comune di Lecce 300mila euro e poi finita nel 2013 sotto sequestro per abusivismo, va demolito. E prima ancora va con urgenza messo in sicurezza, nell’immediato, per evitare incidenti.

Non solo chiodi arrugginiti che spuntano dalla sabbia, ma anche assi di legno gettati alla rinfusa, pezzi di recinzione pericolanti, pedane sconnesse. Un palo dell’illuminazione, poco stabile, regge le telecamere di videosorveglianza fuori uso. Qui si fa manbassa di tutto: portati via pezzi di doccia, smontate addirittura le targhette di ceramica, souvenir inedito per qualche vacanziere.
Le cabine in legno sono diventate improvvisati bagni pubblici. L’odore è insopportabile e il rischio igienico evidente. I rifiuti sono ovunque: buste, bottiglie, resti di sedie usate per la tintarella. 240 metri quadrati di demanio che nelle intenzioni, sette anni fa, dovevano essere il “lido per tutti”; con servizi per persone diversamente abili, nello stabilimento gestito inizialmente dalla cooperativa dei dipendenti comunali. Nel giugno scorso, è stata revocata anche la concessione data al circolo della Vela.

Un buco nero, con strascichi giudiziari importanti visto che sotto inchiesta sono finiti cinque funzionari comunali e un imprenditore.

Al di là della vicenda processuale, però, c’è la gestione della cosa pubblica. Lo scorso anno, la richiesta di demolizione avanzata dal consigliere democratico Antonio Rotundo finì nel dimenticatoio. Quest’anno, la struttura, senza manutenzione da tanto tempo, è in condizioni ancora più precarie. Non sfugge a Telerama, che chiede al sindaco Salvemini di prendere in seria considerazione la necessità di un abbattimento del lido, con riciclo del legno tramite aziende specializzate. Per restituire una fetta importante di spiaggia libera alla fruizione di leccesi e turisti, proprio lì, nel cuore di San Cataldo.


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