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Tagli acqua. Giliberti: il sindaco firmi ordinanza. Rotundo: venerdì protesta in Prefettura

LECCE – L’incubo è ricominciatoieri e non ha alcuna intenzione di subire una battuta d’arresto, anzi: entro fine mese a subire il taglio dell’acqua per mano di aqp potrebbero essere oltre 700 immobili in tutto il Salento, oltre 2 mila famiglie. La protesta però è già pronta e annunciata dal sindacato unitario degli inquilini che venerdì prossimo sarà dinnanzi alla Prefettura. Questo il primo passo, lo step successivo sarà portare l’incresciosa faccenda all’attenzione dell’ente Regione.

A Lecce l’emergenza idrica è già tornata protagonista in via Trieste: 16 le strutture abitative nelle quali i rubinetti sono letteralmente rimasti a secco.

Infuria la rabbia soprattutto di chi è in regola con il pagamento delle bollette. A dare l’allerta per primo è stato l’amministratore di condomini Luciano Marzo che ha definito il modo di agire di acquedotto pugliese “inadeguato, date le alte temperature, l’assenza di preavviso e il criterio d’azione scelto, secondo il quale a pagare le morosità di alcuni sono tutti i condomini, ingiustamente“.

Ad intervenire è Mauro Giliberti, ex candidato sindaco del Centrodestra: “L’ente, dopo la protesta dei cittadini che pagano regolarmente la bolletta aveva riattivato il servizio e promesso i contatori separati, già annunciati nel luglio 2015. Oggi, ad urne chiuse, il problema si ripresenta in tutta la sua contraddizione: non è cambiato nulla. Tanto le famiglie, gli anziani e i disabili hanno già votato. Serve subito -conclude-un’ordinanza per riattivare il servizio ed affrontare il tema con serietà ed equilibrio“.

Interviene anche Antonio Rotundo, già Presidente della Commissione Controllo a Palazzo Carafa: “La protesta annunciata del sindacato unitario degli inquilini dinanzi alla Prefettura di venerdi prossimo è una risposta legittima quanto doverosa a tutela sia dei contribuenti onesti che pagano regolarmenre le bollette, che dei morosi incolpevoli in stato di effettiva necessità. Non è più rinviabile la necessità di dare attuazione al diritto al minimo vitale di 50 litri di consumo di acqua al giorno a persona per i cittadini che si trovano in situazioni di disagio socio economico“.

 

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