Attualità

Sulle impalcature a 70 anni: la beffa per i lavoratori edili

LECCE – Sono in continuo aumento le morti sul lavoro, in edilizia, di persone anziane.

Nel 2016 quasi il 33% erano over 55 e oltre il 22% over 65.

In provincia di Lecce solo il 9% dei lavoratori edili impiegati stabilmente ha meno di 29 anni, il 35% ha più di 50 anni e il 20% più di 60. E l’ “Ape sociale”, che permetterebbe di andare in pensione anticipata rispetto ai tempi attualmente previsti, per il settore edile invece “Rappresenta, nei fatti, una beffarda illusione. Requisiti di accesso del tutto incoerenti rispetto alle caratteristiche del lavoro edile, intoppi burocratici, scadenze dei termini imminenti, sono tutti aspetti che costringeranno lavoratori ultrasessantenni a continuare a salire sulle impalcature e rimandare il tempo della pensione, con inevitabile aumento dei rischi in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro”. I dati e la denuncia sono di Fillea Cgil.

“Il lavoro non è tutto uguale. La fatica di lavorare cambia a seconda dell’attività che si svolge. Lo sanno bene i lavoratori edili e, per la prima volta, anche grazie alle nostre battaglie, questo principio viene riconosciuto in sede legislativa: l’edilizia è un lavoro gravoso a cui dedicare interventi specifici. Ma ci si ferma qui, alle dichiarazioni di principio. Ancora una volta, infatti, dobbiamo constatare amaramente come alla politica degli annunci seguano atti e decreti che sanno più di beffa che di soluzione reale ai problemi del settore” dice la segretaria leccese Simona Cancelli. Il riferimento è alla tanto propagandata “Ape sociale”, l’anticipo pensionistico.

I dati segnalano un pericoloso invecchiamento della popolazione edile in provincia di Lecce, con una conseguente difficoltà a mantenere il settore in linea con le innovazioni e i cambiamenti in atto e confermano come il momento della pensione sia un terno al lotto. “Come nelle migliori tradizioni dei giochi a premio, infatti, il lavoratore deve tentare di accedere alla prestazione entro il 15 luglio e deve anche sperare che non si esauriscano le poche risorse messe a disposizione. Da troppo tempo rivendichiamo per questi lavoratori il diritto di andare in pensione prima” -dice la Cancelli, e cita il papa, che ha ricordato che “è una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti”.

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