BARI – Dal primo gennaio 2018 potrebbero cambiare le regole dell’ecotassa, diventando più rigide per i Comuni che arrancheranno sulla raccolta differenziata. Gli uffici regionali stanno lavorando all’adeguamento della legge pugliese del 2011, alle nuove disposizioni nazionali.
Dunque, in base alla bozza predisposta, dal 2 febbraio 2018, 30 giorni dopo l’entrata in vigore della legge, tutti i comuni dovranno garantire i livelli minimi di raccolta differenziata fissati al 65%. Agli inadempienti sarà comminata una sanzione del 20%. Questo, tradotto, vuol dire che alla tariffa massima di 25,82 euro a tonnellata di rifiuto conferita in discarica, si aggiungerà un ulteriore 20% pari a 5,16 euro, per un totale di 30,98 euro a tonnellata. Una eccezione sul pagamento dell’ulteriore 20% sarà fatta per quei comuni che pur non avendo raggiunto il 65% di raccolta, avranno ottenuto una deroga dal Ministero o che, all’interno dell’Ato di appartenenza, saranno riusciti a raggiungere una percentuale superiore al 30% della media generale.
Sarà prevista, ugualmente, la premialità per i comuni virtuosi, quanto più si supererà il 65% di differenziata, tanto meno si pagherà. I comuni che raggiungeranno una quota di raccolta differenziata che va dal 65 al 75%, avranno uno sconto del 30% sulla tariffa, se la percentuale oscillerà dal 75 al’80% la riduzione sarà del 40%, dal’80 al’85% corrisponderà il 50% in meno di quota, dal’85 al 90% sarà ridotta del 60% e dal 90 al 100% lo sconto sarà del 70%. Solo che, se sino ad oggi l’aliquota minima era di 5,17 euro, con l’adeguamento alla normativa nazionale chi, ad esempio, raggiungerà la quota più alta, tra il 90 e il 100%, pagherà 7,75 euro a tonnellata.
Il gettito derivante dall’ecotassa, confluirà in un fondo regionale da utilizzare per sostenere i costi supportati dai comuni maggiormente performanti. Sino ad ora, invece, una quota era destinata alle Province.
L’Arpa avrà il compito di fare da ponte tra Comuni, regione e gestori, Carabinieri e finanza di vigilare sul rispetto delle regole.