UGENTO- Inizia il monitoraggio delle acque che scorrono sotto la discarica di Burgesi a Ugento. Arpa, in mattinata, ha prelevato i campioni di falda profonda dai tre pozzi spia ubicati all’esterno del sito Monteco, ai tre lati, a monte e a valle, in prossimità del muro perimetrale. E questo per evitare il rischio di una diluizione di eventuali inquinanti. Indagato principale: il Pcb, la cui presenza nell’acqua potrebbe attestare l’effettivo smaltimento all’interno della ex discarica di rifiuti solidi urbani della sostanza cancerogena.
Nei mesi scorsi, è stato l’imprenditore Gianluigi Rosafio ad accusare se stesso e altri del tombamento illecito di quei fusti, 16 anni fa. Reati prescritti, secondo Procura e gip, e inchiesta archiviata. Il grande bubbone inquinamento, però, resta tutto. E dunque, si riparte, mettendo la discarica sotto una nuova lente: su richiesta del Comune di Ugento, che si avvale delle consulenze legali e ambientali di Luigi Quinto e Antonello Antonicelli, la Regione Puglia ha convocato per lunedì 20 febbraio il tavolo per la riapertura dell’Autorizzazione integrata ambientale concessa a Monteco. Si punta al riesame completo dell’Aia in quella conferenza dei servizi, per ampliare il monitoraggio imposto e investigare, ad esempio, in maniera sistematica, il Pcb.
Ad oggi, questa sostanza è stata rinvenuta dal Cnr solo nel percolato, il liquido tossico prodotto dal dilavamento dei rifiuti. Se ha contaminato anche la falda sarà Arpa a dirlo. In mattinata, alla presenza anche dei delegati del Comune di Ugento, ha effettuato un monitoraggio dinamico, “a rubinetto aperto”, nei tre pozzi individuati. I campioni saranno analizzati in parte nel dipartimento di Lecce e i risultati sono attesi tra una settimana. La ricerca del Pcb, invece, sarà effettuata nei laboratori del Dap di Taranto, specializzati nella ricerca di microinquinanti.
