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Appalto unico e cucine accorpate: la Regione studia la rivoluzione delle mense ospedaliere

BARI- L’idea iniziale era di incentrare tutto su un unico centro cottura, ma l’Anac ha sbarrato la strada a questa ipotesi. Quindi, il piano b è quello destinato, con ogni probabilità, a diventare realtà: via le cucine dagli ospedali pugliesi, ne resteranno solo tre. La Regione Puglia sta lavorando alla rivoluzione delle mense ospedaliere. Ciò a cui si vuole porre fine è la costellazione di ditte che provvedono al ristoro dei pazienti, a standard e condizioni estremamente differenti tra loro.
Ciascuna delle gare in essere, impone prezzi diversi, spesso al ribasso, e a farne le spese è anche e soprattutto la qualità del servizio offerto. Solo in Puglia esistono gare d’appalto così frammentate, per altro ormai scadute da anni.Sarà, dunque, la Asl di Bari assieme a InnovaPuglia a lavorare sulle proposte da presentare alla Regione per superare l’empasse attuale.

I tecnici, a lavoro a giorni, presenteranno alla Regione la bozza del bando entro 15 giorni. Due le indicazioni emerse: l’appalto sarà unico per tutta la Puglia, mentre i centri cottura dove preparare i pasti saranno presumibilmente tre. Uno nel foggiano, uno a bari e l’altro nel Salento. Quindi ne potrebbe sopravvivere solo uno tra Taranto, Brindisi, Lecce, Galatina, Scorrano e Casarano. I pasti saranno preparati tre giorni prima e arriveranno negli ospedali congelati.

L’idea della Regione è di migliorare la qualità del servizio, uniformando il sistema al resto d’Italia. Il tema però è assai delicato. Perché i sindacati temono che riducendo il numero delle cucine, il 40% dei 1500 professionisti che oggi lavorano nelle mense ospedaliere, sarà dichiarato in esubero. “Questo è escluso – commenta il direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Giancarlo Ruscitti al termine del confronto con i sindacati -. Non conosciamo ancora il progetto che ci presenterà la Asl di Bari, ma posso garantire già da ora che nessun posto di lavoro si perderà e che non ci saranno ricadute occupazionali in negativo”.

Di parere contrario la Cisal: “Se il prezzo imposto dalla gara d’appalto sarà inferiore ai 15 euro a pasto – commenta il segretario Vito Perrone – gli esuberi saranno inevitabili e noi saremo pronti alle barricate davanti alla Regione”. Le perplessità espresse dalle sigle sindacali nel corso dell’incontro con la struttura tecnica della Regione, sono incentrate oltre che sul prezzo indicato nel bando, anche sulla qualità del pasto – il congelamento non è una garanzia in tal senso, soprattutto considerato le tante diete a cui sono sottoposti i pazienti -, senza tralasciare le realtà totalmente diverse esistenti nelle province. Bene mettere ordine nelle gare d’appalto – dicono – ma prima del via libera in giunta, la bozza va condivisa e le piante organiche congelate per tutelare le tante famiglie coinvolte. E se la Regione sarà sorda alle loro richieste, ecco la controproposta, provocatoria: “Internalizzare il servizio mensa, come è stato fatto in altri settori”. Prossimo incontro tra una decina di giorni. La mobilitazione, intanto, continua.

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