LECCE-Arriva dritta al punto l’Associazione Sindacale delle Imprese di Ristorazione del Grande Salento che pone all’attenzione del Prefetto Claudio Palomba esempi precisi e mirati, a testimonianza di un regolamento d’appalto non sempre rispettato alla lettera.
“Signor Prefetto, a seguito della situazione che si è venuta a creare nell’ambito della Refezione Scolastica del Salento a causa dei problemi che hanno interessato il centro di cottura di Galatone gestito dalla ditta La Fenice srl, l’A.S.I.R Grande Salento, intende sottoporre alla Sua attenzione le regole che disciplinano i rapporti tra le Amministrazioni Comunali e le ditte appaltatrici dei servizi: regole che sono riportate nei bandi di gara, nei disciplinari e capitolati. Regole che dovrebbero valere per tutti ma che, in occasione di questa crisi, abbiamo visto che forse per tutti non valgono“.
“La temporanea chiusura del centro di cottura di Galatone della Fenice srl – si legge ancora nella missiva in questione a firma del Presidente Gianni Gadaleta- ha comportato lo stop del servizio di Refezione Scolastica nei comuni di Nardò, Gallipoli, Galatone, Parabita, Collepasso, Seclì, Neviano, Alezio. Ma mentre Nardò e Gallipoli hanno revocato gli affidamenti, gli altri comuni si sono limitati a sospendere il servizio nell’attesa che La Fenice ottemperasse alle prescrizioni impartite dall’ASL. Emblematico è il caso di Parabita, dove il bando di gara prevedeva, per l’assegnazione del punteggio, la disponibilità di un centro di cottura di emergenza in aggiunta al centro di cottura principale. Ma, al momento in cui si è verificata l’emergenza, tale centro cottura posto in gara non è venuto fuori, preferendo subire passivamente l’interruzione del servizio piuttosto che chiedere conto alla Ditta “al fine di evitare contenziosi”! Come se in difetto fosse l’Ente e non la Ditta! “
“Non è sembrato esemplare nemmeno il comportamento di Collepasso –continua ASIR- ha chiesto alla Fenice di riattivare le proprie cucine comunali concedendo in cambio, si apprende dai giornali, la possibilità d’uso della stessa cucina per l’appalto di Parabita, come se certe negoziazioni avvenissero tra soggetti privati. Ma quello che lascia ancora più perplessi sono le autorizzazioni rilasciate da alcuni comuni dopo l’aggiudicazione del servizio. In particolare, il comune di Leverano, dopo aver indetto una gara di Refezione Scolastica che prevedeva la ristrutturazione del centro di cottura comunale, successivamente lo ha concesso alla La Fenice, con delibera di giunta, in cambio di poche centinaia di euro mensili. Eppure nel bando non era previsto alcun utilizzo esterno della struttura comunale” .
Tale centro di cottura è inoltre utilizzato anche per altri appalti. Ad oggi da Leverano, si apprende da una nota del sindaco Zecca, La Fenice produce i pasti anche per Veglie, per Porto Cesareo, per Galatone. Circa 1700 in una cucina che, secondo le linee guida ASL, comunque al momento non vincolanti, ne potrebbe produrre circa 550. Secondo l’Associazione scelte più che discutibili queste oltre che a danno della sicurezza degli stessi pasti.
Analoga autorizzazione ha concesso il comune di Racale alla La Fenice per utilizzare il proprio centro di cottura comunale nella gara della vicina Alliste. E, nel recente passato, anche il comune di Taviano a favore delle mense di Racale (prima che la cittadina avviasse il proprio centro di cottura comunale).
Per ASIR insomma La Fenice pur disponendo di un centro cottura di proprietà, si appoggia anche su centri di cottura che alcuni enti locali mettono a disposizione della ditta al di fuori delle previsioni dei bandi di gara. E pertanto, mentre le altre imprese puntano esclusivamente sulle proprie forze per lo sviluppo, La Fenice si avvantagerebbe anche di strutture aggiuntive comunali ottenendo notevoli vantaggi competitivi. Talmente tanti da avere ormai il predominio esclusivo nel mercato locale.
Al Prefetto dunque l’appello è duplice: richiamare all’ordine ditte e amministrazioni comunali e in occasione del prossimo tavolo tecnico in tema convocare l’associazione sindacale per tracciare un profilo storicamente completo della faccenda e possibilmente risolverne gli intoppi.