LECCE- Un Partito Democratico in forte difficoltà, una federazione messa in discussione per come ha gestito le fasi che hanno portato all’individuazione di alcuni potenziali candidati per la successione di Perrone ed il silenzio dei parlamentari. Silenzio prima per l’impegno referendario e poi, successivamente all’esito, con prosecuzione dello stesso visto la sconfitta dei Si. Rompe il non parlare la vice ministro Bellanova che, malgrado la posizione contraria dell’ultimo tavolo della coalizione, invoca come unica soluzione la convocazione delle Primarie leccesi per individuare il candidato sindaco della coalizione. Parte la macchina ed in poche ore centinaia di firme per la consultazione da svolgere nel mese di febbraio come in altre realtà italiane chiamate al voto nella prossima primavera. Per molti le azioni della federazione, con i relativi tavoli benedetti dalla segreteria regionale, hanno da mesi fallito ed unica via d’uscita potrebbero essere le primarie, previste dallo statuto in caso di non unitarietà nell’individuazione del candidato sindaco per Lecce. Una raccolta di firme voluta dalla base come recita il comunicato stampa firmato dall’avvocato Francesca Carone tesserata circolo Pd. Nei prossimi giorni banchetti pubblici e petizione da far crescere poi spettera alle segreterie prenderne atto ed indire la consultazione tra militanti e simpatizzanti
Ma per il vice segretario provinciale del Pd della provincia di Lecce,Vincenzo Toma, non si possono usare le primarie come una scorciatoia ma i big, partendo dalla Bellanova, si seggano intorno ad un tavolo cercando soluzioni unitarie.