CASTIGLIONE- E’ quella che don Tonino Bello chiamava “la convivialità delle differenze”. Un esperimento riuscito, un esercizio di compenetrazione reciproca: musulmani a leggere la Bibbia, cattolici ad addentrarsi nel Corano. Durante la quinta edizione dello Spirito del Grano, a Castiglione d’Otranto, mercoledì sera, ci si è scambiati la preghiera, i vissuti. “Confondersi con gli altri è l’unico modo per fare umanità”, diceva l’antropologo Marco Aime. E qui, nel paese in cui, nel Salento, si ha il più alto numero di migranti ospitato in rapporto alla popolazione, di cui rappresentano il 10 per cento, è qualcosa che si sta sperimentando.
In un vecchio stabilimento oleario riaperto dopo anni per l’occasione, il racconto di un’altra storia, attraverso più linguaggi: quello del mercato dei contadini, quello del cibo salentino-pachistano, quello della musica e del reportage della fotografa Veronica Garra sul lavoro come strumento di integrazione. E’ un piccolo “miracolo” quello che sta accadendo ad Andrano e nella sua frazione, dove, tramite lo Sprar gestito da Gus e Comune, i migranti stanno usufruendo di tirocini formativi, per iniziare a lavorare e diventare autonomi.
A Castiglione anche l’esperienza dal basso, tramite l’associazione Casa delle Agriculture, che cura un proprio progetto di accoglienza di due giovani pachistani, ormai integrati nelle attività agricole e nel vissuto della comunità.
