CANNOLE- Il cartello sbiadito all’ingresso di Masseria Torcito, a Cannale, è il simbolo della storia di una rinascita interrotta, cancellata a causa di una gestione discutibile di un appalto milionario su cui dirà l’ultima parola il Tribunale.
Mentre, però, va avanti il processo sui presunti abusi, con quattro imputati, tra cui un dirigente della Provincia di Lecce, proprietaria del bene, Torcito si spegne. Il 19 dicembre 2012, Palazzo dei Celestini consegnò alla Intini Source, in una cerimonia in pompa magna, le chiavi della masseria del XIII secolo e del suo parco da 230 ettari, fino a quel momento luogo principe delle estati salentine, tra concerti, mostre, convegni. Il gruppo di Noci si aggiudicò il bando per la concessione per 18 anni. È finita male da subito: nel gennaio successivo, i lavori iniziarono con lo sbancamento di una collina. Arrivò il sequestro, venne allargata l’inchiesta, si scoprì che la società non aveva- secondo gli inquirenti – neppure i titoli per partecipare alla gara. Alla fine, la Intini Source è fallita. E quel finanziamento europeo che doveva finanziare i lavori per oltre 3,5 milioni di euro è finito nel cassetto.
A parte l’info point distrutto, per fortuna il resto della masseria è ancora integro, nonostante i cancelli siano aperti e la struttura sia accessibile a chiunque. Il parco, invece, continua a trasformarsi in discarica. Ovunque, cumuli di spazzatura. E purtroppo anche altro.Salvatore Masciullo è tra chi qui viene a ripulire. Ha denunciato spesso lo scempio che trova ma nessuno risponde. Alla fine, Torcito resta una delle occasioni mancate che più bruciano. Dalla Provincia, la soluzione per rimetterla in cammino tarda ancora ad arrivare.