Cronaca

Agricoltura, bella e fragile: settore in timida ripresa, la svolta è nello stare insieme

LECCE-  L’agricoltura leccese prova a risalire la china: aumentano in un anno i lavoratori (369 in più), in controtendenza rispetto agli ultimi tempi; aumentano leggermente le imprese con un +0,8 per cento (da 8.990 a 9.064). Ma se il confronto si fa con il 2009, la differenza è netta: sono scomparse, solo nel Leccese, 1629 aziende, il 15,2 per cento. Cifre simili a Taranto e più pesanti a Brindisi, dove è sparito il 21,8 per cento delle imprese.
A presentare numeri e scenari, in mattinata, nel Dipartimento di Scienze dell’Economia dell’Università del Salento, è stato l’Ordine degli Agronomi. Il report ha la firma di Davide Stasi. A tirare le somme, invece, Antonio Costa, ordinario di Economia Aziendale: “Il settore agricolo – ha spiegato – resta un polmone occupazionale che risponde anche ad esigenze sociali. Il mondo agricolo negli ultimi anni è stato caratterizzato anche dall’emersione del sommerso. In questo modo è spiegabile l’incremento delle posizioni Inps, pur in un epoca di contrazione del numero delle imprese”.

Quello agricolo è un comparto vivo. Ma ancora troppo fragile: è composto da una moltitudine di microrealtà, il 93 per cento delle quali “impresa individuale” con dimensione aziendale troppo piccola e “ridotto capitale proprio”, che quasi sempre non supera i 10mila euro.

La sfida del futuro si può affrontare solo nella logica di crescita dimensionale delle imprese, perché siano competitive, con lo spostamento da forme giuridiche più semplici a forme giuridiche più strutturate oppure attraverso processi di aggregazione aziendale. Lo stare insieme, in questo caso, non fa mai male.

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