LECCE- Lavoravano sì. E anche tanto. Conosciute dai clienti ma sconosciute al fisco: cinque officine meccaniche e autocarrozzerie sono state sequestrate dalle Fiamme Gialle perché completamente abusive. A portare a galla il sommerso è stato un lungo lavoro di indagine portato avanti tramite appostamenti e l’incrocio delle banche dati in uso al Corpo. Un’operazione nata su impulso del Comando Regionale di Bari.
Al setaccio, dunque, in due distinti interventi, sette officine, a Gallipoli, Nardò, Matino, Collepasso: tra i titolari, soltanto quattro sono risultati in possesso di partita Iva. Nelle autorimesse, sono state individuate officine dotate delle necessarie strumentazioni per le riparazioni meccaniche, non in regola, oltre a varie autovetture pronte per essere riparate e/o in fase di consegna al cliente. Il danno è trasversale e spazia dall’evasione fiscale fino alla concorrenza sleale, passando per il danno ambientale connesso allo smaltimento incontrollato dei rifiuti pericolosi connessi con lo svolgimento di tali attività.
Sotto sequestro amministrativo, ai fini di una possibile confisca, sono finiti banconi da lavoro, attrezzi, ponti sollevatori idraulici, compressori, forni per la verniciatura. I responsabili sono stati segnalati alla Camera di Commercio di Lecce, competente per l’applicazione delle relative sanzioni. Tuttavia, sono state contestate anche violazioni di carattere penale: riguardano il presunto illecito smaltimento di rifiuti pericolosi. Seguiranno, poi, accertamenti di natura fiscale, per la quantificazione del volume d’affari sottratto al fisco. Multati anche i proprietari delle autovetture in riparazione, perché obbligati ad avvalersi, per la manutenzione, di imprese autorizzate.
