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Terme di Santa Cesarea, l’ipotesi della Regione per evitare la dismissione: da S.p.a a Fondazione

SANTA CESAREA-Le Terme di Santa Cesarea potrebbero diventare una Fondazione. E’ l’unica strada, studiata in queste settimane dalla Regione Puglia, per evitare entro l’autunno di dover mettere sul mercato le quote societarie che detiene. Resta da capire cosa intenda fare il Comune ma se non dovesse arrivare una risposta entro le prossime settimane, a breve si s(venderanno).

 

Il punto è la legge nazionale, rimarcata nell’ultimo Consiglio dei Ministri: le società partecipate che non svolgano una funzione prettamente utile all’Ente vanno dismesse. E Terme, va dismessa.

Il concetto lo ha ribadito anche la Corte dei Conti: “Le prestazioni di cure termali, la vendita dei prodotti cosmetici, la locazione di immobili commerciali e la fornitura di prestazioni alberghiere non hanno alcuna stretta attinenza con il perseguimento delle finalità istituzionali della Regione”.

“Peraltro, Terme avendo costantemente chiuso in perdita i bilanci – hanno aggiunto i magistrati contabili baresi – non fornisce nemmeno un altro motivo per continuare a mantenere le quote”. Da un utile di 16.400 euro, infatti, Terme è passata ad una perdita di 1 milione 639mila euro. In un solo anno.

Un tonfo inspiegabile dopo il lungo e faticoso percorso di risanamento che la società era riuscita a raggiungere, sebbene non del tutto almeno in buona parte.

Dunque l’Ente guidato da Michele Emiliano rischia di dover procedere alla dismissione delle quote, perché la scissione tra gestione e proprietà che pure era stata concordata con il Comune durante l’ultima riunione, “non è coerente con la legge nazionale” come ha tenuto a chiarire anche la Corte dei Conti. La strada della trasformazione sarà perseguibile?

Al Comune sembrerebbe non piacere. Come continua a non piacere l’idea di vendere l’intero pacchetto azionario con un bando internazionale. Ancora una volta, quindi, la contrapposizione di vedute dei due soci maggioritari, Comune e Regione, rischia di far crollare il valore che Terme avrebbe se fosse intrapresa una linea comune, che fosse quella della fondazione o quella della vendita dell’intero pacchetto azionario.

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