ACQUARICA DEL CAPO- “Riesumate il cadavere di mio figlio”: è quanto chiede Rita Bortone, mamma del dj Ivan Navi, trovato impiccato a 34 anni ad un albero, nelle campagne di Acquarica del Capo, il 21 giugno dello scorso anno.
La donna, assieme al compagno Sergio Martella, ha avanzato richiesta, convinta che non si sia trattato di un suicidio. Le indagini, svolte dal commissariato di Taurisano, sono coordinate dal pm Carmen Ruggiero: il fascicolo a carico di ignoti è per istigazione al suicidio. Il legale della famiglia, Sonia Santoro, assicura però di aver raccolto in queste settimane degli elementi tali da far ipotizzare anche l’omicidio.
«Sono sicura che dietro quella morte ci sia dell’altro – ha detto la mamma – perché Ivan non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Era pieno di vita, di progetti, con importanti impegni di lavoro per il giorno seguente, tra cui un’intervista al cantante Massimo Di Cataldo, per la radio per cui lavorava. E poi – aggiunge – in camera da letto ha lasciato tutto come era solito fare quando doveva rientrare».
Anche Sergio Martella è convinto che ci sia dell’altro. «L’unica cosa che attesta il suicidio – afferma – è una lettera di addio che i carabinieri hanno rinvenuto nella sua auto, scritta peraltro al computer senza data. Posso scommettere sulla mia vita che non l’ha scritta lui, persino la calligrafia che compare sulla busta abbiano avuto conferma che non è la sua, ma per i carabinieri invece non c’erano dubbi: si era trattato di un suicidio».