Cronaca

Tap avvia il cantiere all’imbrunire di domenica, il Comune: “Un blitz di chi si nasconde”

MELENDUGNO –  Sono arrivati nel tardo pomeriggio, intorno alle 19, in piena domenica, mentre tutta Melendugno era intenta a festeggiare la Madonna di Roca. Così tre tecnici di Tap hanno iniziato ad apporre recinzioni su una porzione del futuro cantiere del gasdotto, alle spalle del cimitero. I vigili urbani e i tecnici del Comune, subito allertati, giunti sul posto alle 19.30 non hanno trovato più nessuno, se non alcune recinzioni e un cartello di inizio lavori recante la data del 13 maggio. Gli agenti non hanno potuto, così, controllare documentazione e identificare le maestranze. È la cronaca dell’avvio del cantiere del gasdotto della discordia.

Un vero e proprio blitz, agli occhi del Comune di Melendugno. “E’ veramente un film – dice il sindaco Marco Potì-. Non si è mai visto che un cantiere di un’immensa opera “strategica” e di “pubblica utilità” venga avviato a quell’ora di domenica, mentre sono in corso i festeggiamenti della Madonna di Roca, a poche ore dalla decadenza dell’autorizzazione unica, recintando in modo alquanto approssimato un’area poco più grande di un’aia. Solo chi vuol operare nelle tenebre e senza trasparenza si comporta così. Io non mi fido assolutamente. Tap avrebbe mandato una comunicazione sulla pec del Comune venerdì sera, ad uffici già chiusi. Ora stiamo procedendo ad effettuare tutte le verifiche”.

C’era urgenza, questo è noto: quello di lunedì è il giorno che funge da spartiacque. Il cantiere per il gasdotto Tap deve necessariamente partire entro questo 16 maggio 2016, pena il rischio di decadenza dell’autorizzazione unica ministeriale. Fino al pomeriggio, però, nessuno si era presentato sui luoghi indicati come quelli di avvio delle attività.

Neanche per eseguire le bonifiche belliche e le valutazioni archeologiche preventive a cui la multinazionale ha fatto riferimento nella nota di inizio lavori inviata al Comune di Melendugno il 13 aprile scorso per annunciare il via esattamente per un mese dopo.

Poi, all’imbrunire, la svolta. Che già preannuncia la nuova guerra legale, i nuovi esposti in Procura e un braccio di ferro che giovedì approderà anche al vertice convocato presso il Ministero.

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