LECCE- La sentenza in appello per omicidio colposo plurimo è di quattro anni e nove mesi, 15 mesi in meno rispetto al primo grado. L’imputato, il giovane leccese Antonio Gravina, guidava l’auto che esattamente sette anni fa, travolse e uccise due ragazzi, Michael Tresi e mattia Marchello. Accadde il 6 aprile del 2009 sulla strada che da Lecce porta alla marina di San Cataldo. Michael e Mattia, 17 e 16 anni, di Merine e Castromediano, erano fermi al semaforo, in sella ad uno scooter. Una Fiat Bravo che sopraggiungeva dietro, li travolse e per loro non ci fu scampo.
Mesi fa, e anche in attesa dell’ultima sentenza, l’imputato ha distribuito dei volantini. Il contenuto riguarda le pene inflitte in casi analoghi in Italia. Troppi, secondo lui, rispetto ad altre sentenze, quei 6 anni che gli erano stati comminati in primo grado. Nello stesso volantino, Gravina chiedeva quale sia la differenza nel suo caso: “Forse la politica? Forse perché uno dei defunti era figlio di un politico?”. E poi scrive di essere colpevole, ma che colpevole è stato anche anche essere in due su uno scooter omologato per una persona.
Il giorno dopo quest’ultima sentenza, il papà di Mattia, che in passato è stato sì in politica, ma che da anni si occupa di tutt’altro, non commenta. Vuole slo che le famiglie sua e di Michael siano lasciate in pace. Lo scrisse tempo fa in una poesia: “Oh signore, abbi pietà, abbi pudore, rispetta chi vive con tanto dolore”.