LEVERANO-Si invaghisce della figlia di un detenuto, fino a iniziare a perseguitarla. Un’infatuazione ossessiva, seguita da un arresto e successivamente da un processo. A finire nei guai uno psicologo, che all’epoca lavorava nel carcere di Borgo San Nicola: si tratta di un 61enne di origini greche, ma residente a Leverano, oggi condannato a un anno di reclusione (pena sospesa)
L’inchiesta è partita sei anni fa. Stando all’accusa il professionista avrebbe importunato la moglie e la figlia del detenuto: una giovane ragazza di 23enne, sposata.
Diverse le telefonate, gli appostamenti e le visiti insistenti in casa. Questo atteggiamento “morboso” avrebbe avuto inizio quando il 61enne si offrì di aiutare il detenuto, consigliandogli un avvocato. Da quel momento in poi, sembra che abbia cominciato a frequentare la famiglia, a trovare un lavoro alla figlia (all’epica 23enne) del detenuto e a chiamarla ripetutamente, fino a mandarle diversi sms minatori. Per non parlare degli appostamenti sotto casa e dei pedinamenti. Il tutto è stato denunciato. Il professionista fu quindi arrestato con l’accusa di stalking, violenza privata e minacce. E ora, a sei anni di distanza, è giunta la condanna.