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SS 275, la dama nera parla ancora: “Interessi della sinistra”. A Lecce rischio prescrizione

LECCE-  La “dama nera” di Anas torna a parlare di statale 275 e svela l’interessamento della sinistra al progetto del raddoppio della Maglie-Leuca. “Loro chi avevano dietro? Avevano, diciamo, la parte quella non certo centrodestra, la parte quella di sinistra, quindi potevano avere non lo so, un D’Alema, ma forse esageriamo anche, potevano avere un ex sottosegretario Bargone, potevano avere la parte di sinistra”. Questo ha messo a verbale Antonella Accrogliano’, la ex dirigente Anas ritenuta la pedina chiave del sistema tangenti nella società pubblica.
E’ la Gazzetta del Mezzogiorno a riportare uno stralcio del verbale relativo al colloquio avuto nel carcere di Rebibbia, il 25 novembre scorso, con la pm Maria Sabina Calabretta. Alla domanda del magistrato se ci fosse un sostegno politico relativo all’assegnazione dell’appalto per 288 milioni di euro, Accrogliano’ ha risposto: “Anche qualcuno al ministero di sinistra”, facendo presupporre una sistema di spartizione delle gare in seno al ministero delle Infrastrutture. Lo aveva detto lei, in quell’intercettazione ambientale dell’ 8 gennaio 2015: “Quella è la prossima bomba che arriva, è Santa Maria di Leuca. È la vergogna delle vergogne”.

Sono i dettagli che emergono, ancora pochi, ancora frammentati, essendo buona parte dell’inchiesta, su questo fronte, coperta da “omissis”. Ma quelle parole non sembrano destinate a cadere nel vuoto: la Procura di Lecce non esclude, infatti, a questo punto, di voler ascoltare proprio la “dama nera” e dare così nuovo impulso al fascicolo in mano al pm Elsa Valeria Mignone e che rischia di rimanere senza risvolti, a causa del rischio prescrizione non più e non solo sulle ipotesi di abuso d’ufficio e truffa aggravata nell’ambito dell’affidamento della progettazione, ma anche per il reato di discarica abusiva relativo ai rifiuti sepolti scoperti lungo il futuro tracciato.

Per quest’ultimo filone, sono stati individuati tutti i sindaci che in successione hanno guidato i Comuni di Alessano e Tricase, lì dove sono stati ritrovati gli interramenti. Ma contestare loro l’omessa bonifica appare complicato: premessa è che ci fosse la caratterizzazione dei siti, che non è neppure stata fatta. Quelle discariche sono state chiuse di fatto senza alcun accorgimento tanto, troppo tempo fa. E questo potrebbe far depennare ogni responsabilità. In piedi c’è poi l’inchiesta romana sulle procedure di affidamento della gara, ciò per cui si indaga per turbativa d’asta, ma anche per abuso d’ufficio: nel registro degli indagati, come si ricorderà, c’è il nome dell’ex presidente di Anas, Pietro Ciucci.

Sul fronte amministrativo, invece, è tutto fermo: nonostante una sentenza del Consiglio di Stato che, a dicembre, ha consegnato l’appalto nelle mani del gruppo Matarrese, togliendolo al raggruppamento capeggiato da Ccc, Anas non ha ancora sbloccato il nodo contratto.

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