LECCE/SCORRANO-Ci sono altri casi al vaglio dell’Ufficio procedimenti disciplinari della Asl di Lecce, altri provvedimenti pronti a piovere sulla testa di dipendenti “infedeli”. È certo che non ci si fermerà, dopo la bufera che si è abbattuta sull’ospedale di Scorrano, dove sono stati licenziati tre infermieri e due Oss e sospesi, con privazione dello stipendio, per quattro mesi il caposala e per tre mesi il primario del pronto soccorso.
L’assenteismo è la motivazione che, d’altronde, fa maturare in media almeno due licenziamenti l’anno nella Asl leccese. Che ha margini di manovra risicati: l’applicazione di quanto previsto nella riforma Brunetta comporta, infatti, il licenziamento con preavviso per chi supera, nel biennio, i tre giorni di assenza senza giustificazione.
È quanto accaduto anche a Scorrano, dove ognuno degli operatori sanzionati, tra cui una coppia di coniugi, è mancato dal lavoro tra i 7 e i 15 giorni nei primi undici mesi del 2015, senza dare spiegazioni, non trattandosi né di malattia dimostrata da relativo certificato medico, né di ferie o permessi, mancando qualsivoglia richiesta.
I vertici del reparto, invece, sono stati sospesi per non aver vigilato. Anche i sindacati prendono le distanze. Giuseppe Melissano, Fp Cisl, è chiaro: “Se hanno sbagliato, devono pagare, perché hanno compromesso l’organizzazione del lavoro e, soprattutto, il servizio all’utenza. Quello che è più grave, però, è l’omesso controllo, che spettava alla dirigenza, che è più colpevole degli operatori”.
Anche la Uil, con Antonio Tarantino, è categorica: “Se dalle carte emergeranno episodi censurabili, non difenderemo questi lavoratori, perché così facendo hanno denigrato il lavoro di tutti gli altri”. Silvio Cataldi, Cgil, è sulla stessa linea: “Non bisogna difendere l’indifendibile, anche perché così si contribuisce ad alimentare l’immagine del pubblico dipendente come di un fannullone. Però, vorremmo avere la certezza che l’ufficio procedimenti disciplinari, quando irroga sanzioni, lo facesse senza utilizzare due pesi e due misure”.