Cronaca

San Pio, strada chiusa all’improvviso. Il Comune ne chiede l’immediata riapertura

LECCE- Una lettera partirà dal Comune per chiedere l’immediata riapertura dell strada della discordia. Parola dell’assessore all’Urbanistica Severo Martini, intenzionato a chiarire la situazione e a ribadire che si tratta sì di una strada privata, ma che ne va rivendicato l’uso pubblico.
Il giorno dopo la denuncia dei residenti a San Pio qualcosa sembra muoversi. Questa strada costeggia da un lato la chiesa di Santa Maria della Porta e, dall’altro, un cantiere aperto da anni.  È un tratto fondamentale e ora che è stato chiusa non si può percorrere neanche a piedi.  I residenti sono costretti a fare un giro lunghissimo per attraversare, di fatto, pochi metri che uniscono una zona del quartiere all’altra. I fatti, così come ce li ha spiegati il comitato popolare “Nuova rudiae”:  “Con provvedimento dirigenziale del settore urbanistica del 21 settembre 2006 e relativa deliberazione di giunta del 12 febbraio 2007, è stato valutato l’interesse pubblico alla realizzazione della strada in questione, per attenuare la situazione di disagio e degrado avvertita nel quartiere. È quindi stato concesso ad una società immobiliare il permesso per la costruzione di un edificio per residenze turistico-alberghiere, tra le vie Silvio Pellico e Cav. di Vittorio Veneto.

Per tale permesso di costruire, si è previsto, tra le altre cose, la cessione gratuita, da parte della società, delle aree relative alla sede stradale necessaria per la realizzazione del collegamento tra le due strade. Ad oggi, a distanza di dieci anni, si evince che la strada “dovrebbe” esser lasciata aperta, ad uso pubblico, così com’è stato fino ad oggi.

Ma pare, così come ci hanno spiegato i residenti, che la DOGRE, società che riscuote i tributi per l’occupazione del suolo pubblico, abbia avanzato richiesta di indennizzo al titolare della ditta per occupazione di suolo pubblico. Lui avrebbe presentato ricorso, perché non si tratterebbe di occupazione, giacché l’uso della strada è pubblico. Il ricorso sarebbe stato presentato fuori tempo massimo e la richiesta di pagamento si sarebbe trasformata in ingiunzione. Di fronte a quella che ritiene un’ingiustizia, il titolare della ditta ha chiuso l’accesso. Nella speranza che il contenzioso si sciolga al più presto, il Comune, seppur non direttamente interessato, vuol metterci una pezza per garantire la libertà e la comodità di movimento ai residenti.

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