LECCE (di T.C.)- Il Comune di Lecce batte cassa: sulla testa dei cittadini è in arrivo una pioggia di 8mila lettere preruolo per la riscossione di multe o per integrare quelle vecchie già pagate. Riguardano il biennio 2013-2014 e sono destinate a scatenare una maxi tempesta.
Al prefetto di Lecce sono già indirizzate diverse richieste di annullamento, azionando lo strumento previsto dall’articolo 203 del codice della Strada.
Tra i casi più controversi quelli delle richieste di integrazione per sanzioni già saldate tramite bonifico bancario entro il quinto giorno dalla notifica, condizione necessaria per poter usufruire dello sconto. Perché? Perché per il comando della Polizia municipale leccese non conta la data dell’avvenuto versamento, ma quella dell’accredito sul conto corrente comunale. E se la banca tergiversa qualche giorno? A farne le spese sono i cittadini: l’importo della multa lievita. E di tanto: fino alla metà della sanzione edittale massima più le spese di procedimento e notifica.
È il caso, ad esempio, di una signora che si è vista recapitare nei giorni scorsi due richieste di integrazione del pagamento per verbali notificati tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, il primo per essere passata con il semaforo rosso e il secondo per transito in zona a traffico limitato. Differenze da versare pari a 209,60 euro e 105,50 euro.
Qual è il punto? La signora, come si vede da queste ricevute bancarie, aveva provveduto in entrambi i casi a pagare la multa, proprio nel quinto giorno dalla notifica.
Invece, alla richiesta di chiarimenti presso il Corpo di Polizia locale, le è stato risposto che non bastava che quel versamento venisse eseguito o fosse avvenuto entro il quinto giorno, perché era necessario che venisse in sostanza accreditato entro quella data. Lo conferma il comandante dei vigili urbani, Donato Zacheo: “Per noi importante è la valuta, che in questi casi è entrata in circolazione dopo il quinto giorno. È un problema tra il cittadino e la banca, non tra noi e il cittadino. Noi applichiamo il codice civile, per cui quando uno va in un istituto di credito fa una autorizzazione al pagamento, che poi esegue la banca. Diverso è il caso, invece, dei versamenti tramite bollettino postale, perché Poste Italiane accreditano subito”.
La replica dei cittadini? “Questa interpretazione non è prevista da nessuna norma, né tanto meno è indicata nei verbali, i quali letteralmente recitano che il ‘versamento’ può essere effettuato, entro il quinto giorno, anche tramite bonifico bancario”. Per questo è ritenuta vessatoria. E per questo ci si rivolge al prefetto. Anche perché, se entro sessanta giorni non vengono corrisposte le somme sollecitate, accade di peggio: iscrizione al ruolo e triplicazione degli importi.