LECCE -Una brutta pagina per lo sport leccese, un tentativo violento e subdolo di condizionare le sorti di un campionato e di una società intera minacciando di morte un giocatore, l’uruguayano Walter Alberto Lopez, in forza al Lecce la passata stagione, atleta carismatico, individuato dalla frangia più fanatica degli ultras, come quello in grado di trascinare nelle scelte tutti gli altri. La persona quindi, che secondo un gruppo di tifosi, avrebbe dovuto, per screditare agli occhi del salento i Tesoro, convocare i giornalisti e dichiarare pubblicamente che la proprietà non pagava gli stipendi da mesi.
Il giocatore, che dopo l’aggressione, terrorizzato, ha raccontato tutto alla sua società, ha annunciato di voler rescindere il contratto e di volersene andar via da Lecce. È stato fermato dai suoi colleghi. Il momento in cui Lopez, raggiunto sotto casa dal gruppo al termine della partita Lecce –Foggia del 19 aprile scorso, campionato di Lega pro, è stato costretto a scendere dall’auto e messo con le spalle al muro, è stato documentato dagli agenti della Digos di Lecce diretti dal dott. Raffaele Attanasi. Anche le telecamere della zona hanno ripreso la scena, e le due persone indagate oggi per violenza e minaccia per costringere qualcuno a commettere reato, sono riconoscibili.
Alle spalle si vede tutto il gruppo passare. Erano almeno una decina, secondo gli agenti della Digos, alcuni anche incappucciati. Le indagini per tutti questi mesi ed ora la notifica dell’avviso di garanzia per due dei tifosi individuati come i responsabili: due leccesi già noti per reati dello stesso tipo, destinatari di daspo.
L’aggressione condita da minacce è avvenuta in via Tommaseo, nei pressi della mediazione, davanti casa del giocatore, alle 19.30, sotto gli occhi della moglie e di due bimbi di 1 e 3 anni in lacrime per la paura. La suocera, che sentendo le urla, si è nel frattempo affacciata al balcone, è testimone anche lei.
Lopez, accusato tra l’altro di aver mancato di rispetto alla curva per non essere andato a omaggiarla al termine della partita insieme agli altri, è stato anche strattonato con violenza.
“Devi dire a tutti che la società non paga gli stipendi, la richiesta del gruppo, trova tu il modo di farlo, si è sentito dire, altrimenti ti ammazziamo, tanto sappiamo dove abiti”. E poi: “se lo fai invece diventerai il nostro eroe e ti mettiamo al posto della statua di S.Oronzo”. Lopez, terrorizzato, quella notte non ha dormito in casa. Ha chiamato la società e ha annunciato la sua partenza. “Non mi interessano i soldi, avrebbe detto, io voglio solo vivere tranquillo”. La polizia è venuta a conoscenza in tempo reale dell’episodio ed ha iniziato ad indagare autonomamente. Nonostante la gravità del fatto, nessuno lo ha denunciato.